Ddl Zan, la lezione della suora a Fedez: “quanti errori sul Vaticano? Studi prima di parlare”

Ddl Zan, arrivano gli strali della suora portata alla ribalta da Nicola Porro contro Fedez. Una lezione di storia, di legge, di vita e di stile che la porta a scrivere al rapper: «Quante inesattezze sul Vaticano. Studi prima di parlare»… Il Ddl fa discutere. E dall’intervento del Vaticano che ha evocato il concordato prima di approvare la legge, fa discutere molto anche in ambito ecclesiastico.

Specie da quando, in risposta al richiamo della Santa Sede, la pattuglia degli artisti militanti a sinistra, capitanata da Fedez e Elodie, armata di slogan si è scagliata contro la Chiesa. Riperticando la qualunque. E costringendo alti prelati a doverose errata corrige.

Così, anche suor Anna Monica Alfieri, la religiosa portata alla ribalta da Nicola Porro che l’ha voluta come ospite fisso a Quarta Repubblica. Ma anche un nome legato a tante battaglie per il diritto all’istruzione. Oltre che legale rappresentante dell’Istituto di cultura e di lingue Marcelline, ha sentito il bisogno di intervenire nell’infuocato dibattito. E, penna in pugno. Sconfessando storie su Instagram e intemerate via Twitter, ha scritto una lettera aperta al rapper Fedez. Che, come arcinoto, se l’è presa con il Vaticano per l’intervento sul Ddl Zan. Accusandolo, tra l’altro, di «non pagare le tasse».

Immediati gli strali della suora che, in una lettera aperta visionata dall’Adnkronos, corregge Fedez per le tante «inesattezze» dette sul Vaticano. Invitandolo a documentarsi prima di parlare. Nella lettera a «Federico Leonardo Lucia» (in arte Fedez), la suora allora scrive: «Immagino, data la sua giovane età, che lei sia fresco di studi e che a scuola, sia alla Secondaria di Primo che alla Secondaria di Secondo Grado, i suoi insegnanti di Storia le abbiano presentato (e Lei poi a casa, nel pomeriggio, abbia studiato) il Concordato Lateranense del 1929 e la sua Revisione del 1984. 

Certo, lei mi dirà: il Concordato del 1929 fu firmato da Mussolini. Concordo. Quello del 1984 fu però firmato, per lo Stato italiano, da Bettino Craxi, un socialista doc, non certo un amico del Vaticano e delle sue presunte logiche di potere. Spero, quindi, che, prima di fare certe affermazioni, abbia ripreso in mano quei libri, sempre che li abbia conservati e non li abbia venduti alla fine dell’anno. Cosa lecita, ci mancherebbe, qualche soldino in più per aiutare in famiglia o da dare in beneficenza fa sempre bene!».

Ironia sottile, quella della suora, che però dopo aver visto il video del rapper, ha trasecolato. Tanto da proseguire: «Guardando il video da Lei diffuso, capisco che Lei non conosce, con dovizia di dati, i temi che intende porre all’attenzione pubblica. E cioè: cosa sia uno Stato laico. Cosa sia un Concordato. Quale sia il tema dei sacerdoti processati con la legge del Vaticano e/o civile. E quali tasse vengono pagate.Ancora: credo che Lei ignori il volontariato che centinaia di migliaia di laici, preti, suore, compiono ogni giorno. La solidarietà di cui Lei parla, in realtà, si chiama prossimità e non avviene mai a favore di telecamera. Non sappia la destra ciò che fa la sinistra, disse quel Qualcuno»…

E se non fosse ancora abbastanza, suore Alfieri aggiunge anche: «Siccome sono più grande (di età naturalmente) di Lei, mi permetto di darLe un consiglio, anche se non richiesto: lo faccio in considerazione di tutti i consigli non richiesti che anche Lei offre ogni giorno, forte di un lessico forbito ed elegante dal quale traspare in tutta evidenza la sua profonda cultura e il suo alto senso civico. Se Lei desidera dare un contributo alla Res-publica – cosa lodevolissima e che, peraltro, rappresenta anche un dovere per tutti i cittadini ai sensi dell’art. 2 della Costituzione – è necessario documentarsi prima di esprimersi. Al fine di evitare sovrapposizioni di argomenti. Un conto è il ddl Zan che, Le ricordo, agli art. 4 e 7 lede il diritto alla libertà di espressione (art. 21 della Costituzione), alla libertà di insegnamento dei docenti (art. 33 della Costituzione), alla libertà di scelta educativa che spetta ai genitori, cioè a Lei e non ad altri, né Chiesa né Stato (art. 30 della Costituzione). E questo è un fatto».

Ma non è tutto. La religiosa ha ancora un sassolino da togliersi dalla scarpa. E lo fa in calce alla missiva, nel punto in cui la suora interviene anche sull’accusa di Fedez al Vaticano di non pagare le tasse. «In merito alla sua preoccupazione dei danari (una preoccupazione davvero di alto profilo morale e, soprattutto, coerente con il suo stile di vita, sempre così sobrio e morigerato), la informo che, in merito alla sua affermazione “Il Vaticano non paga le tasse immobiliari e l’Italia sta violando il Concordato”, nel 2020, l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica ha pagato per imposte € 5,95 mln per IMU e € 2,88 mln per IRES. A queste vanno aggiunte le imposte pagate da Governatorato, Propaganda fide, Vicariato di Roma, Conferenza Episcopale italiana e singoli Enti religiosi. È tutto documentato, fino all’ultimo centesimo. E anche questo è un fatto».

Detto questo, la libertà del singolo non può essere negata. Se vorrà rimanere sulle sue posizioni, ce ne faremo tutti una ragione. Certo ai giovani, ai quali Lei si rivolge, io suggerisco sempre di approfondire, di andare oltre la notizia. Del resto sono convinta che questo sia il dovere di ogni persona: essere un esempio positivo, soprattutto pensando che gli adolescenti di oggi, così smarriti e così soli, saranno i cittadini di domani. La diffamazione e la violenza verbale con cui li abbiamo pasciuti in questi anni chissà quali conseguenze avranno sul loro futuro»

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