Ddl Zan in aula il 13 luglio

Mediazione fallita: il ddl Zan andrà in aula al Senato il prossimo 13 luglio. Il primo round, dunque, se lo aggiudica la sinistra che ha ostinatamente rifiutato ogni trattativa. Non le è bastato neppure l’estremo tentativo del presidente della commissione Giustiziadel Senato, il leghista Andrea Ostellari, che aveva accolto anche la dicitura “di genere” nelle finalità del testo normativo. Niente ha potuto neppure il fatto di trovarsi all’interno della stessa maggioranza a sostegno del governo Draghi. il leader dem Enrico Letta è stato il più tetragono a qualsiasi sollecitazione.

È suo il primo tweet a commento dell’avvenuta calendarizzazione. «Quindi vuol dire che i voti ci sono – vi si legge -. Allora, in trasparenza e assumendosi ognuno le sue responsabilità, andiamo avanti e approviamolo». Dimentica o finge di dimenticare che i voti ci sono stati anche perché Italia Viva non ha contrastato la data del 13 luglio. Bisognerà poi vedere quando ci sarà da votare gli emendamenti annunciati da Remzi e sui quali il Pd ha già espresso contrarietà quale maggioranza si formerà. O la tenuta del fronte pro-Zandi fronte ai voti segreti. Certo, Renzi ci ha abituato a repentini voltafaccia, ma non sembra questo il caso. Tanto più che anche il gruppo delle Autonomienon ha escluso la possibilità di apportare modifiche.

Insomma, c’erano tutte le condizioni per arrivare ad una decisione più ponderata, ma il Pd vi si è opposto. «Vi state assumendo la responsabilità di avvelenare il clima della maggioranza, quel testo è divisivo», ha avvertito il capogruppo leghista Massimiliano Romeo. Per il suo gruppo, come del resto per FdI e FI, il ddl Zan contiene norme liberticide. Non a caso Ostellari aveva sfrondato il controverso articolo 4della sua ambiguità costituzionale e l’articolo 7 delle sue pretese circa la libertà di educazione. Modifiche apprezzate dai gruppi di Iv e delle Autonomie. La battaglia vera comincia ora.

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