Ddl Zan, Dat e “Cirinnà” senza i soldi nella cuccia del cane: il popolo si fa una risata, vuole le priorità

«Pagina nera», «tradimento di milioni di persone», «schiaffo alla realtà». Non si contano gli alti lai lanciati ieri dalle sinistre in segno di dolore per l’affossamento del ddl Zan. Viene da chiedersi se sia davvero così. Davvero gli italiani aspettavano (e aspettano) una legge contro l’omotransfobia, parola di cui la stragrande maggioranza di loro ignora l’esistenza prima ancora che il significato? A occhio e croce, risponderemmo di no. E a scorrere i numeri dell’intero “indotto” distribuito tra diritti civilileggi etiche, avremmo senz’altro ragione. Cominciamo dai numeri relativi alle violenze e alle discriminazioni a danno di persone omo e transessuali. Per farvi fronte, esiste presso il Viminale l’Oscad, l’Osservatoriocui affluiscono i dati di polizia, carabinieri, vittime, associazioni e testimoni.

Dal 2011 al 2019 l’Oscad ha raccolto 316 segnalazioni: fanno 39,5 all’anno, praticamente 3,2 ogni mese. E non tutte riguardano atti di violenza. Ci si potrebbe obiettare che non si può incolonnare un dato sociale nella partita doppia del ragioniere. A patto, però, che nessuno parli di emergenza, perché platealmente smentita dai numeri. Tanto più che chi oggi commette violenza su un gay o su una lesbica non gode di impunità, anche se certa propaganda vorrebbe far crederlo. No, è punito dalla legge. E ancor più severamente se a base della condotta criminosa c’è, com evidentemente c’è, l’aggravante dei «futili e abietti motivi».

Nessuna emergenza, quindi. Così come non v’era ai tempi della legge Cirinnà che ha introdotto le cosiddette nozze gay. Anche in quel caso – ricordate ? – il tam tam del politicamente correttososteneva che non approvarla avrebbe deluso «le aspettative di milioni di persone». Bene. Sapete dal 2017 a oggi quante unioni omosessuali sono state celebrate? Meno di 15mila. E così anche il Dat, il testamento biologico del 2017, utilizzato finora dall’1 per cento degli italiani. Come ha acutamente osservato il Foglio, «le emergenze civili esistono in Parlamento, non nel Paese». Ma in Parlamento occorrono le maggioranze per far passare le leggi. Al contrario, il ddl Zan, figlio di un’impostazione identitaria e minoritaria, voleva solo assecondare un capriccio ideologico in nome di un’emergenza che non c’è. Più che giusto, quindi, che non abbia visto mai la luce.

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