Daniele: Sardine, PD e Prodi Un affare da “Colle”

By Gaetano Daniele

Chi di speranza vive, disperato muore. Il buon detto resta un detto, ma spesso va a segno. E a chi pensava che Romano Prodi, alias “Mortadella”, fosse andato in letargo, ha fatto male i conti. Dice che non pensa al Quirinale, ma intanto gestisce, sottobanco, un’associazione con a capo Mattia Santori, tra l’altro in una chiesa. Roba da pazzi. Da li, nascono ed escono le famose Sardine. Un contenitore che è servito a raccogliere tutti gli scontenti del PD, che però hanno votato PD. Strano a capire, ma è così.

Ma tornando al deus ex machina, dietro le quinte figura appunto lui, Romano Prodi, che insieme al suo allievo Santori, è riuscito ad illudere gli Emiliani, ammoccandogli una rivoluzione in nome e per conto della democrazia. Altro che democrazia. Più che democrazia una guerra personale contro Salvini. Il gioco pare aver funzionato, solo che ora agli emiliani romagnoli non resta che digerire una frittata, indigesta. Pesante. Infatti, il giorno dopo la vittoria in Emilia, Bonaccini stupisce tutti: “ora avanti con lo Ius Soli” ovvero la cittadinanza agli immigrati. Bonaccini ha tolto il simbolo del PD dai suoi manifesti elettorali, e subito dopo aver vinto, sposa in pieno le politiche del PD: più immigrati, più tasse, più poltrone e più clientelismo. E a proposito di più immigrati, proprio in queste ore a Taranto stanno sbarcando oltre 400 immigrati.

Ma dietro a tutto questo c’è lui, Romano Prodi. E visto che non vive di speranze, l’obiettivo resta il Quirinale.

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