By Gaetano Daniele
Per qualche comunista del PD, le Sardine cambieranno la politica. Forse la cambieranno a suon di non lo so… Ma a lavare la testa all’asino, si perde acqua e sapone. La resa dei conti arriva per tutti, prima o poi. E per le Sardine è arrivata prima. Infatti, per il leader 32enne, che tra l’altro non si sa di cosa campa, Mattia Santori, arrivano i primi grattacapi.
Da Ogongo a Roma a Vincenzo Petrone, che fino a qualche ora incarnava il ruolo del perfetto sostenitore e ora in procinto di assurgere a protomartire dell’intolleranza dei comunisti travestiti da Agnelli. È stato infatti appena espulso dal movimento.
La sua colpa, come già avevamo avuto modo di riportare su ith24, è quella di aver osato contestare Mattia Santori e Jasmine Cristallo, all’indomani dell’incontro con i ministri Boccia e Provenzano, sul futuro delle regioni.
C’erano tutti i delegati del Sud, tranne la Basilicata. Sotto il palazzo c’era però Petrone, che non si è fatto pregare più di tanto prima di piantare la grana. Ma mal gliene incolse, visto che subito dopo gli è stato dato il benservito. Per giunta con dieci voti su 78 iscritti al gruppo delle sardine della Basilicata. È stato lui stesso a darne notizia con un attacco a Santori via Facebook: “Mi hai fatto espellere con dieci miseri voti, neanche Casaleggio è arrivato a tanto. Il dissenso si combatte con la parola, non con la censura”.
Santori non risponde. Non sa che pesci prendere, ah pardon, non sa che Sardine prendere e scappa dai capi, quelli che al momento si nascondono nell’ombra del successo, come Romano Prodi. Santori è sottolio. Del resto, il motto delle Sardine che cambieranno la politica è: “non lo so”. Viva viva le Sardine, anti-democratiche.