Daniele: “La sinistra difende i violenti, ma perché è così difficile condannare chi spacca tutto?”

By Gaetano Daniele

in un Paese normale, chi rompe paga. E allora dobbiamo seriamente porci una domanda: perché è così difficile condannare chi distrugge le vetrine, lancia bombe carta, gira a volto coperto armato di spranghe senza autorizzazione e ferisce i poliziotti? La risposta non la dobbiamo andare a ricercare su Marte, è dietro l’angolo.

Perché da una parte politica – per fortuna minima – quella che sta a sinistra, c’è sempre un “MA” che accompagna ogni tipo di azione o dichiarazione volta ad arginare il fenomeno della violenza? Fateci caso. La giustificazione più ambigua e pericolosa di tutte è: “SITUAZIONALE”. E se caso mai, in quel ““SITUAZIONALE”, cioè in chi subisce da anni, ha una reazione istintiva-moderata, diventa “Il Carnefice”. La bacchetta magica di Potter gli fa un baffo!

Purtroppo, entrare nella psiche di questi signori, che sotto certi punti di vista sono il cancro di questa società, non è di facile reperibilità ma nemmeno di difficile intuizione. Veniamo ai fatti. Succede che gli anarchici a Milano devastano auto e vetrine e mandano in ospedale sei agenti. Valter Mazzetti, nel quale conosciamo, Segretario Generale Fsp Polizia di Stato, chiede a gran voce che si delinei un’apposita fattispecie di reato di “terrorismo di piazza” per arginare il fenomeno della caccia alla forza dell’ordine. Poco dopo gli fa eco l’esponente di FdI Riccardo De Corato. Apriti cielo. La sinistra insorge. “Il partito di Giorgia Meloni coglie l’occasione di una manifestazione di 400 anarchici per annunciare in Parlamento una proposta di legge che, guarda un po’, introduce un nuovo reato, quello di “terrorismo di piazza”. Lo applicheranno anche alle violenze degli ultras?”, tuona la capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera Luana Zanella. Che poi rincara la dose: “Vogliono farci credere che 400 manifestanti, anche se non pacifici, come è accaduto ieri, possano assediare una città. Noi condanniamo ogni forma di violenza ma è ovvio che già esistono tutte le misure possibili nel Codice penale, non c’è bisogno di un nuovo reato, oltretutto generico, che ha tutto il sapore di un’arma per reprimere ogni dissenso di piazza”.

Ora, a parte che la Zanella, prevenuta politicamente e pregiudizievolmenre, ignora totalmente il fatto che la proposta sia partita dal sindacato di polizia e non da Fratelli d’italia di Giorgia Meloni, ma questo si annovera nel faldone della sinistra incapace di ascoltare il grido d’allarme delle forze dell’ordine. Ma poi, soprattutto, non si capisce con quale competenza si possa sostenere che 400 persone non possano assediare una città. Di bollettini di guerra ormai le cronache da anni sono piene, eppure c’è sempre qualcosa che va nella direzione opposta a chi lavora per far rispettare la legalità e proteggere i cittadini. Alla fine è sempre il solito film: a chiedere a gran voce i codici identificativi sui caschi e sulle uniformi dei poliziotti per renderli riconoscibili, controllabili e sanzionabili la sinistra è maestra, a chiedere invece di individuare, punire e bloccare la ripetibilità della violenza di piazza di anarchici e no global la sinistra è scolara del primo giorno: cade dalle nuvole. Hoibo!. Anzi. Si legge testuale:: “La proposta potrebbe generare ripercussioni pesanti nei manifestanti”. In poche parole, come da incanto, a destare preoccupazione non sono più quei manifestati spacca tutto, ma la polizia. Roba da orchi. E poi ci stupiamo di Foti & Co.

NOTA BENE: Sì, l’eventuale reato di terrorismo di piazza si applicherebbe anche agli ultras e a tutti coloro che non rispettano le regole, devastano auto, negozi, caserme e feriscono i nostri agenti. Perché non dovrebbe?

Pubblicato da edizioni24

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