Daniele: “La Littizzetto non mi ha mai fatto ridere. Battute che quando non le copia sono ripetitive da bulletta delle medie”

By Gaetano Daniele

Vi è mai capitato di conoscere un bullo? Io, per mia sfortuna ne ho conosciuti diversi. Il bullo in genere è forte con i deboli e debole con i forti. Cambia spesso umore e personalità. Quando sa di essere indispensabile, è anche spiritoso. Sforna battute che fanno piangere, e se il gregge non le capisce, ride comunque. Perché le ha dette il bullo. È furbo. Per questo si circonda solo di pecorelle alla costante ricerca di un capo banda. In altri contesti, il bullo, non riuscirebbe ad aprire neanche bocca. Si vanta dei suoi averi, magari lo fa ad una platea di ragazzini delle classi inferiori a cui non gliene frega un cazzo. È alla costante ricerca di approvazione, perché dentro di sé sa di essere un povero di animo. Si affianca spesso ad una spalla per fini strategici. E se le cose gli vanno bene, magari perchè cosi dovevano andare o per tutta una serie di circostanze, si prende lui tutti i meriti. Si sente in costante competizione con il mondo esterno e la puzza del suo ego la si sente ad un miglio di distanza. Dalle mie parti il bullo viene definito sfigato. Incompreso. Complessato. Da evitare. (S vanta di tutto ciò che fa, dal lavoro agli acquisti quasi avesse scoperto l’America). Costruisce il suo ambiente sociale tra ragazzini dove sa di poter primeggiare: il gallo sulla cosiddetta immondizia. Nel 99,9% è un fifone. Dipende dove si trova. Ma i bulli di solito non resistono a lungo. Hanno un tempo. Finché il bullo fa comodo e lo percepisce, va. Poi scade. Come lo yogurt. E sparisce, come un coniglio, senza troppe spiegazioni. Ma il brutto dei bulli sono le minacce: “Hai conosciuto il buono di me, ora conoscerai il peggio”, “non sai cosa sono capace di fare”, e tutti giù per terra dalle risate. Il loro classico è confondere la indifferenza delle persone intelligenti con la paura. Perchè per far cagare addosso ad un bullo, basterebbe un boooo. Non ci vuole mica Hulk. E se non lo fai perchè magari capisci che è un disadattato con seri problemi merntali, per qualcuno stai celamdo qualcosa. Ce l’hai dentro. Poi lo farai. Roba da pazzi veramente. Questa mia breve considerazione a ridosso della bufera che si è abbattuta su Luciana Littizzetto per un monologo a Che tempo che fa. Ecco. Luciana Littizzetto, mi da proprio l’impressione di una bulla delle medie.

La comica torinese è finita al centro di uno shit storm social per avere copiato idea e battute di un format molto popolare sul web. Nell’ultima puntata della trasmissione condotta dal compagno Fabio Fazio, la Littizzetto ha affrontato il problema del caro affitti per studenti e giovani lavoratori fuori sede. Stanze e monolocali dalle caratteristiche improponibili commentati con ironia e sarcasmo. Ma quello che sembrava essere il suo solito monologo irriverente si è ben presto capito che altro non era che un “copia e incolla” di Case da incubo, format social ideato dalla bravissima e conoscente content creator Noemi Mariani, che sul web è molto seguita.

Con l’aiuto del maxischermo Luciana Littizzetto ha mostrato alcuni annunci di stanze e monolocali al limite della praticabilità, commentandoli con ironia e sarcasmo. Una serie di annunci presi a caso dal web che la comica torinese ha arricchito con battute irriverenti che però, a molti, sono suonate familiari. E a rivendicarle indovinate un po chi è stato? Noemi Mariani, che attraverso il suo profilo Instagram ha pubblicato spezzoni del suo format Case da incubo e parti del monologo della Littizzetto mettendoli a confronto e la copiatura è apparsa più che evidente, soprattutto negli annunci scelti, gli stessi usati dalla Mariani per il suo format. Se la colpa sia dell’attrice o degli autori di Che tempo che fa non è dato sapere, ma tant’è che sul web si è scatenata una forte polemica, alimentata dalle dichiarazioni dell’ideatrice del format originale. Che bulla la Littizzetto. Sembra una sfigata che, essendo a corto di battute, perché le idee puoi attribuirle a te, le copia. Peccato però che a riempirsi siano solo le sue tasche.

Noemi Mariani, bella e brava 33enne, è uno dei volti noti del web. Con 36mila follower su Instagram e un profilo TikTok con altrettanti seguaci, la content creator ha ideato il format Case da incubo per commentare le improponibili offerte del mercato immobiliare per giovani studenti e lavoratori. Intervistata dal Corriere lo scorso agosto, Noemi ha ottenuto maggiore visibilità e il suo format è finito anche a Le Iene con una puntata speciale. Mai si sarebbe immaginata, però, che la sua idea – e persino le battute – le venissero scippate dalla Littizzetto per uno dei suoi monologhi?.

Così dopo la puntata di Che tempo che fa andata in onda domenica 19 febbraio, la 33enne si è sfogata su Instagram: “Non entriamo nel merito dei diritti d’autore, questo sconosciuto. E’ il gioco dei più grandi contro i più piccoli, perché il format non è registrato ma fregare l’idea no. Addirittura, copiare le battute, mi fa ridere. Fatelo un minimo sforzo”. Poi si è rivolta alla Littizzetto: “La differenza tra me e te, cara Luciana, è che io sono nel target, quelli di cui parlo sono problemi che appartengono alla mia generazione, non alla tua”. Con ironia, poi, la Mariani ha auspicato una chiamata dalla Rai: “Spero di andare a Che tempo che fa per sentire cos’hanno da dire”.

La chiameranno? O i bulli se la stanno già facendo nelle mutande? Aiuto Aiuto Aiuto, che paura, è arrivata la Mariani… Questa mamma Rai, è solo chiacchiere e distintivo.

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