Daniele: “Gli avvoltoi hanno fame e puntano su carburanti e pane. Prezzi pazzi e sciacallaggio”

By Gaetano Daniele

Prendo la macchina per andare a comprare il pane? Meglio a piedi. Fatto è che il risparmio non è mai guadagno se alla fine anche il prezzo del pane vola alle stelle. Homo homini lupus, scriveva Plauto per mettere in guardia sulla natura umana. Una lezione amara quella del commediografo latino ma che appare ancora oggi attuale se ci soffermiamo ad analizzare come la fiammata dell’inflazione stia bruciando il potere d’acquisto delle famiglie italiane nella vita di tutti i giorni. Due gli esempi di ieri che sollevano più di un dubbio: da un lato, dopo la fine dello sconto sulle accise deciso dal governo (18 centesimi), il gasolio viene ormai spillato alla pompa fino a 2,5 euro al litro e la verde attorno ai 2 euro, dall’altro passando al carrello della spesa, occorrono quasi cento euro l’anno in più per portare in tavola pane e pasta. In entrambi i casi, rincari pesanti che potrebbero anche catturare l’attenzione dell’Antitrust.

Perché se è vero che, come per le bollette di luce e gas, va considerato l’effetto a cascata, detta alla Peppe Di Napoli della omonima pescheria di Pianura (alcuni stimano una ricaduta su prodotti e servizi tra lo 0,3% e lo 0,6% dal fattore carburanti), dall’altro il rischio sciacalli è marcato. Un po’ come è avvenuto nel gennaio del 2002, quando il debutto dell’euro coincise con un forte (e non sempre giustificato) rialzo dei listini. O almeno così sembra scorrendo le segnalazioni delle associazioni dei consumatori che denunciano, con il Codacons, come se già nei giorni scorsi occorressero 2 euro per dissetare l’auto con un litro di verde, ieri la benzina in modalità servito sia arrivata a 2,392 euro sulla A1 Napoli -Roma, e il gasolio si sia avvicinato in alcune stazioni a 2,5 euro (2,479 euro). Roba da capogiro. Con qualche singolare picco anche nelle Eolie o in Sardegna, dove la logistica costa di più. Una situazione già all’attenzione del governo: nei giorni scorsi il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto aveva bollato come speculazione un livello di prezzo di benzina e gasolio oltre i due euro. Pichetto aveva poi aggiunto che nel caso il livello fosse rimasto strutturalmente sopra quella soglia l’esecutivo sarebbe stato pronto a intervenire nuovamente.

Passando dall’auto alla tavola, la speculazione sembra mordere in profondità anche i generi alimentari da sempre considerati per tutte le tasche: l’Unione di consumatori calcola infatti che lo scorso anno, pane e pasta si sono piazzati insieme ai cereali al primo posto nella classifica dei rincari per una spesa di circa 100 euro in più su circa 513 (9,1%) rispetto al 2021 pagati in media da una famiglia tipo. E l’esborso può superare i 700 euro per una coppia con due figli.

Certo bisogna considerare i costi fuori controllo dell’energia e delle materie prime conseguenti alla guerra in Ucraina, ma qualche perplessità resta. Così come un altro scricchiolio sul fronte della concorrenza potrebbe arrivare dal caso dei prodotti per l’infanzia: dall’1 gennaio l’Iva su biberon, omogeneizzati, latte in polvere e pannolini è sceso dal 22% al 5% ma, sottolinea Adiconsum, “in Sardegna di tale riduzione sembra non esserci traccia”. Da qui l’esposto presentato a Guardia di Finanza, Antitrust e Mister Prezzi.

Sia chiaro, quelli citati sono elementi slegati tra loro ma insieme tracciano un quadro preoccupante. Forse per capire che cosa sta accadendo, bisogna ripensare alla Comédie humaine di Balzac: ogni romanzo (cioè rincaro) può essere letto in autonomia ma per analizzarlo in profondità (smascherare gli sciacalli) bisogna guardare all’intera opera (al contesto).

Pubblicato da edizioni24

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