By Gaetano Daniele
Dopo che si viene derubati si cerca di correre ai ripari. Ma a volte è troppo tardi. Ugo Russo, il ragazzino 15enne ucciso da un Carabiniere 23enne in borghese, ha pagato caro, con la vita, quello che forse per lui era un modello di vita, o un gioco? Nell’uno o nell’altro caso, chi sceglie di fare il rapinatore, anche a 15 anni, deve mettere in cantiere che se incontra uno Sceriffo, può essere ammazzato. Ma quello che rattrista di più è vedere i familiari e i parenti della vittima che dopo aver appreso la triste notizia della morte di Ugo, hanno devastato per rabbia il reparto ospedaliero, chiedendo giustizia. Quale giustizia? Cosa c’entra il pronto soccorso?
C’è molta confusione, anche se i fatti parlano chiaro: un militare dell’Arma dei carabinieri in borghese è fermo in auto con la fidanzata nella zona di Santa Lucia, quando improvvisamente, si avvicinano due rapinatori in scooter, uno dei due è Russo. Rivoltella in pugno (che poi risulterà essere un giocattolo), intima all’uomo al volante di consegnargli l’orologio (che sembra essere di valore). Il rapinato, in preda al panico, estrae l’arma e inizia a sparare. Ad avere la peggio è Russo, raggiunto da 3 colpi, uno alla nuca.
Purtroppo non hanno tenuto conto che se uno punta a rapinarti, puntandoti una calibro 9 o una 48 magnun in faccia, non ti importa la sua data di nascita o di analizzare se l’arma è vera o finta, reagisci con i mezzi di cui disponi. Anche se quanto accaduto incentiva la giustizia fai da te, e gli Sceriffi, almeno loro, dovrebbero tener conto che, così facendo, si corre il rischio di fare altre vittime innocenti. Anche perché non oso immaginare le conseguenze di un conflitto a fuoco in pieno centro abitato.
Chi sbaglia paga! Il ragazzino è stato tre volte vittima: dagli esempi della famiglia; dalle istituzioni che ormai in quei quartieri hanno appeso le scarpette al chiodo, e dal carabiniere.
In breve, chi diventa criminale, sappia che tra gli incerti del mestiere c’è una pallottola in testa. E agli Sceriffi, della giustizia “mo ci penso io”, la gattabuia per eccesso di legittima difesa. Infatti, il carabiniere risulta già essere indagato per omicidio volontario. Insomma, ragazzino e carabiniere vittime di uno Stato assente? Ai posteri l’ardua sentenza.