Covid, la variante inglese fa paura: contagi anche a maggiore distanza e “buca” le mascherine

«Probabilmente queste varianti» di coronavirus «sono in grado di essere trasmissibili anche a una distanza di oltre un metro e 80 centimetri. E semplicemente parlando e cantando, non starnutendo e tossendo». È l’ipotesi avanzata da Massimo Galli, infettivologo dell’ospedale Sacco. L’esperto ha mostrato alcune proiezioni. «Potrebbe esserci un picco di incremento di infezioni e morti se saltasse fuori una variante in grado di essere trasmessa non più a un metro» di distanza «ma a un metro e 35 cm. Per carità sono proiezioni, ma occorre cautela. I ristoranti mi mancano e lo dico con tutta sincerità». Però, «quando sei in un ristorante senza mascherina – perché quella con l’oblò per la forchetta non è stata ancora inventata – i rischi ci sono».

Meno aggressiva ma più contagiosa, la variante inglese del Covid sembra proliferare a Roma. “Buca” le mascherine nei luoghi chiusi. Contagia anche chi si attiene in maniera stringente alle disposizioni di sicurezza. È quanto si legge in un servizio del Corriere della Sera. Di conseguenza, si abbassano l’età media dei malati e la loro capacità di saper collaborare alla ricostruzione dei link epidemiologici. «Sempre più spesso», afferma Pier Luigi Bartoletti, il responsabile della task force anti- contagio Uscar, «quando chiediamo a un paziente che si è appena scoperto positivo come ha contratto il virus, ci sentiamo rispondere Non ne ho idea».

E non sarebbe immotivato. «Il virus si sta adattando alle contromisure che usiamo per proteggerci», dice Bartoletti. «La variante inglese ha una carica virale più bassa, il che non significa che sia meno pericolosa» . Se invece di contagiare cento persone ne contagia mille, «è chiaro che infetta più malati. La letalità si misura sulla percentuale dei malati aggrediti dal virus» .

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