Covid, il virus trotta, l’Italia rischia le zone gialle. Ecco la situazione regione per regione

Il virus continua a diffonedersi, anche se sta perdendo velocità. E alcune regioni italiane iniziano ad avvicinarsi alla zona gialla. Vediamo com’è la situazione in Italia.

I nuovi contagi sono 15.756, molti per un martedì. Confrontando il dato con quello del 30 novembre si registra un aumento del 23,44 per cento. Negli ultimi quattro giorni gli aumenti percentuali dei contagi rispetto allo stesso giorno della settimana precedente sono stati piuttosto moderati, attorno al 20 per cento e possono far pensare a un rallentamento rispetto al passo del 25-27 per cento della metà di novembre. L’incidenza dei contagi negli ultimi sette giorni è di 178,60 casi ogni 100 mila abitanti, ben oltre il limite di 50 da zona gialla. I morti ieri sono stati 99, il secondo più alto degli ultimi mesi dopo i 103 del 1° dicembre. Nell’ultima settimana i morti sono stati 558, il 12,05 per cento in più rispetto ai 498 dei sette giorni precedenti.

Sono gli osservati speciali, perché l’occupazione dei posti ordinari e di quelli in terapia intensiva è decisiva per la pagella settimanale delle regioni. Ebbene, ieri si sono contati 6.078 pazienti Covid-19 ricoverati in area non critica, con un aumento di 199 unità rispetto ai 5.879 del giorno precedente. Negli ultimi sette giorni l’aumento è stato del 16,28 per cento. Crescono anche i ricoveri in terapia intensiva dei contagiati, che ieri erano 776 contro i 743 del giorno precedente. L’aumento degli ultimi sette giorni è stato del 13,61 per cento. A livello nazionale l’occupazione delle aree non critiche è del 10,21 per cento dei posti disponibili (il limite della zona gialla è del 15) e quella delle terapie intensive dell’8,56 per cento (il primo livello di allarme è al 10).

Ecco le dolenti note. Sono già in giallo il Friuli-Venezia Giulia e la provincia autonoma di Bolzano. Ma mentre nella prima i numeri stanno lievemente scendendo (ieri incidenza dei contagi a 379, occupazione dell’area non critica al 23,73 per cento e delle terapie intensive al 16,00), in Alto Adige i dati continuano a peggiorare (ieri incidenza a 663, occupazione dell’area non critica al 19,80 per cento, terapie intensive al 17,00) tanto che si inizia a temere un passaggio in zona arancione, che comunque non appare immediata. Appare invece certo il passaggio in zona gialla da lunedì prossimo della Calabria, che ieri esibiva un’incidenza di 113, un’occupazione dell’area non critica del 16,24 per cento e delle terapie intensive dell’11,05. Precipitano del cose in Lombardia e Veneto, dove gli ospedali si stanno riempiendo con una certa velocità. In Lombardia ieri l’incidenza era a 167 e si contavano ben 55 ricoverati ordinari e 9 gravi in più. Malgrado l’aumento dei posti letto disponibili abbia fatto abbassare il tasso di occupazione, resta comunque vicino al limite (13,10 per cento) e a livello di terapie intensive l’occupazione è all’8,76 per cento. Mancano 19 malati gravi in più per finire nei guai. In Veneto l’incidenza è alta (359), le aree non critiche sono all’11,75 per cento e le terapie intensive già in «fuorigioco» al 12,40. Rischiano a breve anche il Lazio (incidenza 184, aree non critiche all’11,98 e terapie intensive all’11,24), la Liguria (incidenza 219, aree non critiche all’11,37 e terapie intensive all’11,98), le Marche (incidenza 190, aree non critiche all’10,87 e terapie intensive al 12,40) e la provincia autonoma di Trento (incidenza 224, aree non critiche al 12,19 e terapie intensive al 13,33).

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