Covid, Gaetano Daniele: “la prima vittima è la libertà”

Gaetano Daniele ith24

Non solo medici, infermieri, cappellani d’ospedale, cassiere del supermercato. C’è un altro eroe nella guerra contro il Covid, l’ignoranza di sapere tutto quando in realtà non si sa fare nemmeno la O con il culo del bicchiere.

Siamo vittime non solo di un sortilegio cinese, ma di un inganno planetario con cui poteri visibili ma assai materiali ci stanno schiacciando i tacchi sui coglioni in modo assai più mortifero del microscopico essere elaborato a Wuhan. La battaglia. La menzogna non sta nell’affermazione della pericolosità del Covid, ma nel far credere che esista un solo modo di combatterlo: uccidendo le libertà, trasformando lo Stato di diritto, in uno Stato di emergenza medica, dove insieme alla tachipirina siamo obbligati a inghiottire pillole di cianuro onde annichilire la coscienza individuale.

Mai come oggi i globalisti-progressisti devono constatare il fallimento della loro utopia beatificante di unico governo mondiale (del mercato), sono anzi passati a uno statalismo prussiano, eppure pretendono sulla base del loro fiasco di eliminare chi a questo gioco dell’abrogazione delle frontiere ha sempre resistito. La polizia intellettuale vigila come la Gestapo sul linguaggio. Chi si discosta, finisce nel lazzaretto dei dannati, come è già capitato al professor Alberto Zangrillo, per esempio, e più in piccolo a chi osi ragionare sui numeri usando la testa propria invece che bevendo come oro colato gli algoritmi pazzoidi con cui schiere di virologi ed epidemiologi litigiosi fanno passare per scienza le loro opinioni per la carriera.

Questa è la “svolta antropologica” a cui la tecno-scienza sta lavorando: il distanziamento dei corpi come condizione di vita permanente. Ecco perché scuole, università e chiese è meglio restino chiuse il più a lungo possibile. Ricordano troppo incontri umani di valore. Giungeremo persino a modificare gli organi di senso? Vedere, sentire, odorare, gustare, ma non più toccare? Neppure sfiorare con una carezza il volto dell’altro? Eppure proprio Aristotele aveva insegnato, lui per primo, che l’unico senso senza il quale non si può vivere è proprio il tatto». «L’addomesticamento, non del virus ma di noi stessi, è riuscito. In fondo è una conferma di quello che conosciamo da sempre: l’oppressione del potere alla lunga non può reggersi solo sulla pura violenza, ha bisogno di vittime compiacenti» Finiremo dunque come morti viventi? Forse, «possiamo tornare a vivere in senso pieno una vita activa e non semplicemente sopravvivere, perché è questo in fondo che contraddistingue la nostra dignità di esseri umani.

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