Covid, cambiano ancora i colori: eliminata la fascia gialla per 10 Regioni. Si rimane in zona rossa. Scuole aperte, ma i ristoranti restano chiusi

Covid, Italia divisa a metà tra rosso e arancione a seconda delle Regioni. Scuole aperte, ristoranti chiusi. Abolita la fascia gialla, per 10 Regioni resta ancora la zona rossa. Scuole aperte anche nelle aree del lockdown, ma solo fino alla prima media. Ristoranti e bar chiusi. Torna la tavolozza dei colori con cui il governo fissa i paletti delle restrizioni, più o meno accese o soft, a seconda del report sui contagi. Stavolta, però, il cambio di colore per le regioni slitterà di un giorno, passando dall’ormai canonico lunedì, a martedì 30 marzo: in linea con l’ultima ordinanza firmata dal ministro della Salute, Roberto Speranza. Il provvedimento, infatti, sottoscritto lo scorso 15 marzo, ha una validità di 15 giorni, scadendo quindi il prossimo martedì 30 marzo. Altra novità: sospese le zone gialle e locali chiusi fino al 30 aprile. Non riaprono neanche a pranzo i ristoranti. E per ora non riprendono l’attività neanche cinema, teatri o palestre.

Per il resto, cambi e conferme si attuano secondo lo stessa schema: ossia un sistema di divieti e permessi che prevedono, fascia per fascia, limitazioni e concessioni già note. E allora, stando all’ultimo aggiornamento: Lazio promosso in zona arancione. Valle d’Aosta, Toscana e Calabria in zona rossa. Rimangono in zona rossa Veneto e Lombardia. Mentre la Campania, pur registrando per la prima settimana dati da arancione, resta area rossa. Niente da fare per le altre regioni, attualmente classificate in zona rossa. Vediamo allora, riassunte in un rapido elenco, come cambiano (secondo l’ultima ordinanza da martedì) i colori delle regioni in base agli ultimi dati del monitoraggio della cabina di Regia ministero della Salute-Iss.

Dunque, considerando Rt nazionale sceso a 1,08 e il verdetto dell’Iss che ha segnalato rischio ancora alto per 5 Regioni, sottolineando il dato delle terapie intensive oltre soglia critica, 10 Regioni e una Provincia saranno nella zona con più restrizioni anche dopo Pasqua, almeno fino al 13. E così, nel Lazio (unica a passare da rossa ad arancione) riapriranno le scuole. Ma anche i negozi rimasti a serrande abbassate con il passaggio al rosso, parrucchieri in testa a tutti. Come restano arancioni Liguria, Toscana, Umbria, Molise, Sardegna, Abruzzo, Basilicata, Sicilia la provincia autonoma di Bolzano. In zona rossa, invece, oltre alla Valle d’Aosta e al Veneto, anche Lombardia, Piemonte, Friuli-Venezia Giulia, Puglia, Emilia-Romagna, Marche, Veneto e Campania. E inoltre la provincia autonoma di Trento.

Sul fronte scuola, infine, il premier Mario Draghi in conferenza stampa ha dichiarato: «Le decisioni prese con l’ultimo decreto hanno portato a una diminuzione del tasso di crescita dei contagi». Anche se «la situazione rimane critica e preoccupante, la volontà complessiva» è stata quella di riaprire la scuola fino alla prima media. «Aprire ulteriormente sarebbe un rischio». «Le evidenze scientifiche – ha aggiunto Draghi – dimostrano che fino alla prima media le scuole di per sé non sono fonte di contagio. Quello che lo è, è quello che c’è attorno alla scuola. E più l’età si alza, più le attività aumentano. Tutti gli altri provvedimenti restano fermi. La scuola – ha quindi concluso il premier – è un punto di contagio molto limitato solo in presenza di tutte le altre restrizioni».

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