Covid, 6.968 contagi e 31 morti. L’appello dei virologi: “Troppa confusione”

Covid, dal bollettino agli esperti, il report quotidiano aggiorna i suoi dati e decreta un aumento di casi e tasso di positività. E non è un caso se oggi si apprende che un nutrito gruppo di scienziati italiani in una lettera ha denunciato: «Troppa confusione di dati e informazioni. E intanto il virus se la ride»… Virus che, dunque, continua a viaggiare e a contagiare. Secondo i dati – regione per regione – del bollettino della Protezione Civile, oggi sono 6.968 i nuovi positivi registrati in Italia nelle ultime 24 ore. Da ieri, inoltre, ci sono stati altri 31 morti, che portano a 128.304 il totale dei decessi dall’inizio dell’emergenza legata al Covid-19. E ancora: nelle ultime 24 ore sono stati processati 230.039 tamponi. Il tasso di positività è al 3,02%. Mentre sale a 2.948 persone (+68 da ieri), il numero delle persone ricoverate con sintomi. 337 in terapia intensiva (+15 da ieri), con 40 ingressi del giorno. Infine, sono 4.450 i guariti da ieri e 4.166.095 da inizio pandemia.

«Mentre discutiamo di vaccini e varianti di Sars-CoV-2». Di efficacia dell’iniezione scudo e raccomandazioni. Strategie, misure e questioni varie, «il virus Sars-CoV-2 se la ride». È il monito lanciato da un gruppo di scienziati italiani, in una lettera inviata all’editore del Journal of Medical Virology. La prima firma è quella di Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di statistica medica ed epidemiologia della facoltà di Medicina e Chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma.

Nel testo firmato insieme ai colleghi Antonello Maruotti (Lumsa di Roma e Università di Bergen in Norvegia), Giancarlo Ceccarelli (Università Sapienza, Policlinico Umberto I di Roma), Fabio Divino (Università del MoliseCampobasso), Michele Guarino e Silvia Angeletti (Campus Bio-Medico di Roma) si affronta il tema dell’esitazione verso il vaccino Covid. Per gli esperti «è evidente che c’è un grande bisogno di fornire una comunicazione chiara sulla vaccinazione». Ma in questo momento invece «l’enorme quantità di informazioni», esplosa durante la pandemia «da molte fonti» diffondendosi «attraverso i giornali e online via social», porta a «una grande confusione nel pubblico. Molti credono di sapere tutto di Covid-19, anche se non sono virologi, biologi, biostatistici».

«Non sappiamo tutto – obiettano gli esperti – stiamo imparando a conoscere Covid-19 con la pratica, e usando le conoscenze di background e l’esperienza per gestire al meglio l’epidemia». Al giorno d’oggi, «ci troviamo di fronte a diverse opinioni e informazioni». Per esempio sulla variante «Delta, nota per essere pericolosa, con un probabile potere di infettare più alto. Ma i vaccini possono proteggerci anche da questa mutazione».

«Tuttavia – proseguono gli esperti italiani – a prima vista, devono essere considerate alcune cautele. Nello studio israeliano è stata osservata una diminuzione dell’efficacia del vaccino Pfizer. Qualcosa di cui preoccuparsi. Negli Usa una notizia allarmante sul vaccino J&J e la variante Delta viene diffusa sui giornali. Di nuovo, qualcosa di cui preoccuparsi, anche se una dose di richiamo con un vaccino a mRna potrebbe risolvere il problema». Poi, «dopo pochi giorni, J&J pubblica un rapporto aggiornato, supportato da dati scientifici, che mostra una copertura ragionevole su Delta. Un altro esempio di gestione fuorviante delle informazioni disponibili». Di conseguenza, «aumenta l’incertezza e la confusione tra le persone».

Anche l’agenzia regolatoria ha fatto il suo. Contribuendo – proseguono gli autori della lettera – «ad aumentare confusione e incertezza. Diverse e contraddittorie affermazioni sono state rilasciate sui vaccini e sull’età» di chi deve riceverli. «Questo ha portato le persone a dubitare. Troppe regole poco chiare da seguire e nessuna spiegazione del perché cambiano col tempo». Ora «c’è un grande dibattito sugli effetti dei vaccini sulle diverse varianti. Possiamo elencare le ricerche che dicono che i vaccini proteggono, non proteggono, proteggono un po’. La gente è confusa. Lo siamo anche noi».

Pertanto, «per essere chiari», concludono gli esperti nella missiva, un recente studio «pubblicato sul New England Journal of Medicine, dimostra che due dosi di vaccino sono inequivocabilmente più protettive di una. Quindi, abbiamo ora una risposta certa ad almeno una delle maggiori domande sul rapporto tra variante Delta e vaccini», affermano Ciccozzi e colleghi. Ma, infine: «Tutto questo disorienta le persone e scredita la scienza. E intanto il virus se la ride».

Pubblicato da edizioni24

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