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Il terrorismo mediatico sulle conseguenze del coronavirus, avevano permesso al premier Conte e al sup consigliere Casalino, di tenersi stretta la poltrona. Non solo. Ma di dettare il bello è cattivo tempo al Paese.
Come ripottato stamattina in un altro post, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ieri ha prefigurato uno scenario catastrofico: “il Covid-19 può tornare come la Spagnola che fece 50 milioni di morti”.
Ma a smentire questa tesi in un’intervista al Corriere della Sera, è il viceministro della Salute Pier Paolo Sileri., che nota:: “Quello che è stato fatto in Italia ha funzionato e continuerà a funzionare”.
E sui focolai di Mondragone e Bologna: “l contagio zero non ci sarà mai, fino all’arrivo del vaccino. Vincere la battaglia col virus non significa eliminarlo completamente. Vuole dire passare da un’ondata violenta ad una fase di controllo. Ed è quella che stiamo vivendo. Per ora l’obiettivo è stato centrato: svuotare gli ospedali di malati, salvaguardare le persone anziane, essere capaci di chiudere i focolai all’origine. Ce ne saranno ancora e dobbiamo abituarci a vederli spuntare. Il virus c’è ancora, non è mutato, non si è attenuato, ma circola meno“.
Infine: “I colleghi che sostengono che dal punto di vista dell’impegno clinico il virus si è placato perché non determina ricoveri di malati gravi hanno semplicemente descritto una situazione di attuale non emergenza. È chiaro che se non c’è attenzione il virus riprende. Sappiamo poco di lui. Noi ci prefiguriamo uno scenario fatto di tanti focolai che andranno circoscritti con una tempestiva attività di tamponi e con l’istituzione di zone rosse. Confidiamo molto sul sistema di tracciamento dei positivi. Il Comitato tecnico-scientifico – precisa – ritiene che il doppio tampone sia la strada più prudente. Non ci sono prove che l’infettività si abbassi del tutto dopo la scomparsa dei sintomi”.