Coronavirus L’anestesista di Codogno smaschera il premier Conte

By Giuseppe Falco (per ith24)

Le bugie hanno le gambe corte, e questo il Premier Conte lo sa bene. Infatti, il premier puntò il dito contro l’ospedale di Codogno, primo nosocomio che s’è trovato a gestire l’emergenza coronavirus.

L’accusa, provocò l’indignazione della regione Lombardia e degli stessi medici di Codogno.

E a sbugiardare Conte ci pensa Annalisa Malara, 38 anni dottoressa di Codogno che in un’intervista a Repubblica. “Tutto inizia il 14 di febbraio, quando Mattia, un giovane atleta in ottima salute, contrae la solita influenza che però non passa. Il 18 è venuto in pronto soccorso a Codogno e le lastre hanno evidenziato una leggera polmonite. Il profilo non autorizzava un ricovero coatto e lui ha preferito tornare a casa. Questione di poche ore: il 19 notte è rientrato e quella polmonite era già gravissima. Il viavai di Mattia dal nosocomio è probabilmente la causa della rapida propagazione del virus tra medici e pazienti dell’ospedale. Questo è innegabile. Ma la catena di contagi non era evitabile, o almeno non seguendo il protocollo previsto dal governo. Il 38enne infatti mostrava una polmonite apparentemente banale e nulla faceva pensare al coronavirus. Verso le 12.30 del 20 gennaio i miei colleghi ed io abbiamo scelto di fare qualcosa che la prassi non prevedeva”.

Detta in parole povere, se non fosse stato per la forzatura dei protocolli, ad oggi l’epidemia sarebbe alle stelle. Altro colpe agli operatori sanitari di Codogno. Insomma, le bugie di Conte, anche in questo caso hanno avuto le gambe corte.

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