Coronavirus, i dati che arrivano dall’Africa fanno tremare: se continuano gli sbarchi, sarà la fine

By Lucia Gallo (per ith24)

I dati sui cintagi da Covid-19 provenienti dall’Africa, fanno tremare le gambe.

Gli unici a non tremare sono gli scafisti, e il governo italiano, che ormai porta avanti la politica dei porti aperti.

Ed è a Porto Empedocle che è sbarcata la Sea Watch con a bordo 209 migranti tra i quali 28 casi positivi. Sembra una scherzo, ma è la drammatica verità. Considerato che il rischio correlato all’immigrazione in Italia, ith24 lo scrive da mesi.

Si vocifera che l’origine del contagio possa prevenire dal Camerun, dove in effetti gli ultimi dati davano 12.270 contagi e 313 vittime.

Apparentemente potrebbero sembrare numeri irrisori, ma l’Africa sub-sahariana è tuttora l’area del mondo meno colpita dalla pandemia, però è stata ormai raggiunta, proprio mentre si sta arrestando in Asia Orientale, prima area di diffusione, e in Europa, che è stata la seconda area di diffusione, a partire dall’Italia.

Stando ai dati, il Sudafrica ha superato quota 100.000 contagi: ne ha 106.108, con 2102 morti. L’Egitto, a nord, e che era stato il primo Paese a registrare un caso di Covid nell’intero Continente, ha superato quota 50.000: 58.141, con 2365 morti che sono più del Sudafrica. Vengono poi il Ghana con 14.568 casi e 95 vittime; il già citato Camerun, appunto; l’Algeria, con 12.076 casi e 861 vittime; il Marocco, con 10.693 casi e 214 vittime; il Sudan, con 8889 casi e 548 vittime; la Costa d’Avorio, con 7904 casi e 58 vittime; il Senegal, con 6129 casi e 93 vittime; il Kenya, con 5206 casi e 254 vittime; la Guinea con 5040 casi e 28 vittime; l’Etiopia con 5034 casi e 78 vittime; il Gabon con 4849 casi e 39 vittime; Gibuti con 4630 casi e 52 vittime; la Mauritania con 3902 casi e 114 vittime; la Repubblica Centrafricana con 3051 casi e 37 vittime; la Somalia, con 2835 casi e 90 vittime.

Con questi dati alla mano, se si continua ad ignorare l’emergenza, continuando a tenere la politica dei porti aperti, in autunno, rischiamo di ritornare ad una nuova emergenza sanitaria.

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