Coronavirus, evacuato il Mise, Bassetti: “Basta terrorismo, non è mica l’ebola”. E intanto Conte vuole prorogare l’emergenza per garantirsi la poltrona [Video]

“Basta! Che esagerazione!”. Parla l’infettivologo Matteo Bassetti a proposito dell’evacuazione dell’intero palazzo del Ministero dello Sviluppo Economico, il Mise,  a causa della positività al coronavirus di un dipendente.

Ma non vi sembra un po’ esagerato? L’infettivologo è definitivo nel suo giudizio.  Del caso si parla a L’aria che tira, dove  Myrta Merlino si dice  sconcertata: “Ma non era più facile tracciare i contatti del contagiato?”.

Le risponde  Bassetti, responsabile Malattie infettive del San Martino di Genova: “Non è l’ebola, questi sono estremismi, se lo facessimo nel nostro ospedale lo evacueremmo tutte le mattine”.

Bassetti è uno scienziato moderato e mai ha usato la paura per convincere della pericolosità del virus. Quindi, spesso è stato definito secondo i canoni del mainstream un “negazionista”. Termine che aborre e contro il quale fa valere il buon senso. Per questo l’evacuazione dell’intero palazzo del Mise secondo il suo giudizio è una forzatura incongruente. Tutti gli ospedali dovrebbero essere evacuati ogni giorno, se questa fosse la logica. “Quindi l’invito alle autorità e agli italiani: “Bisogna tenere la barra un po’ più in mezzo, avere più pacatezza. Sono esagerazioni che portano la popolazione ad avere terrore di questo virus, che è sbagliatissimo”.

La conduttrice anche lei stupita della decisione affrettata concorda con Bassetti. Il quale si congeda così: “Dobbiamo cercare di fare le cose con calma. Nel momento in cui la gente vede che si svuota un intero Ministero per fare la disinfestazione di un posto dove c’era una persona asintomatica mi pare che sia un po’ esagerato. Non è l’ebola”, ripete ancora il professore. Chi vuole capire, capisca.

Clicca e guarda il Video

E intanto l’appetito, si sa, vien mangiando. E a furia di governare a colpi di Dpcm senza l’ingombro dell’opposizione vien lo sfizio di continuare. E così le flebili vocine su un’eventuale proroga dello stato di emergenza, che appena si udivano qualche giorno fa, son diventate acuti tenorili. Circola pure la data 31 dicembre. Salvo ulteriori proroghe, ovviamente. Quella attualmente in vigore scade il 15 ottobre. Nel frattempo, Conte e i suoi ministri continueranno a fare il bello e il cattivo tempo sfornando decreti in barba al Parlamento o a quel che ne resta. Ovviamente, la decisione – ove mai sarà concretamente adottata – poggerà sulle consuete previsioni scientifiche. Anzi, con l’occhio costantemente puntato sulla curva dei contagi.

Allo stato, l’unica incertezza riguarderebbe il come. Secondo i bene informati, le alternative sarebbero tre. La prima circoscriverebbe a poche porzioni lo stato di emergenza. La seconda prevederebbe invece una mini-prorogadi poche settimane del testo vigente. La terza, infine, confermerebbe lo stato di emergenza fino al 31 dicembre. L’impressione è che il governo si stia muovendo con i piedi di piombo. Teme la reazione del centrodestra e tenterà quindi di rimandare la decisione il più possibile. Forse fino alla settimana che precede il 15 ottobre. Se a quella data la situazione lo consentirà, non avremo più formalmente l’emergenza, ma il governo estenderà le singole misure. Vale a dire mascherinetelelavoro e distribuzione di farmaci agli assistiti.

Qualora, invece, i contagi salissero di poco, scatterebbe l’opzione numero due: mini-proroga dello stato di emergenza di due settimane o, al massimo, di un mese. È l’ipotesi più probabile. Infatti consentirebbe al governo di agire indisturbato sul fronte degli acquisti. Non solo di kit diagnosticie altre forniture sanitarie, ma anche degli ormai famigerati banchi monoposto che mancano ancora in diverse scuole. Chi invece punta diritto alla terza opzione sono i tecnici e i consiglieri del ministero della Salute. «Le chiacchiere stanno a zero – fanno sapere -. Oggi in Italia ci sono 350 casi più di ieri e bisogna seguire il trend».

Pubblicato da edizioni24

Pubblicato da ith24.it - Per Info e segnalazioni: [email protected]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.