By Pasquale Aveta (per ith24)
Continuano le rivolte nelle carceri nonostante il totale silenzio di Tg e Tv. Il ministro della giustizia Alfonso Bonafede, ancora una volta, finisce sul banco degli imputati. Più che imputato, inadeguato.
E mentre continua a portarsi a casa il suo gonfio stipendio, nel carcere Nuovo Complesso di Rebibbia a Roma, un detenuto stacca quasi la falange ad un agente penitenziario.
A lanciare la notizia, è stata la Segreteria Nazionale del Lazio del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE.
Oggi in esclusivailGiornale.it può mostrare le foto di quanto successo (guarda). “Il detenuto è riuscito a dargli un forte morso, tanto da procurargli delle ferite profonde sulle dita della mano, tanto che un dito ha quasi perso la falange – spiega il segretario nazionale del Lazio, Maurizio Somma – Speriamo finisca presto questo massacro nei confronti della Polizia penitenziaria, anche con strumenti idonei per garantire l’incolumità degli Agenti. Servono, e il SAPPE lo rivendica da tempo, urgenti provvedimenti per fronteggiare ed impedire aggressioni fisiche e selvagge, strumenti come quelli in uso a Polizia di Stato e Carabinieri, ossia pistola ‘taser’ e spray al peperoncino”.
La denuncia del Sappe è precisa: non ne possono più di subire. Ma il ministro Bonafede pare vivere su di un altro pianeta. Di puntuale, arriva solo l’accredito del suo stipendio.
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