By Pasquale Napolitano
È caccia al «traditore». Nel M5s si teme una fuga da Giuseppe Conte, dopo lo strappo con Beppe Grillo. L’addio del senatore Antonio Trevisi, passato con Forza Italia, è la spia di un malcontento crescente. «Tra l’altro confida al Giornale un big grillino – Trevisi è uno della prima ora, del M5s dei meetup, non l’ultimo arrivato».
A settembre si ipotizza l’uscita di una decina tra deputati e senatori. Su Il Tempo Luigi Bisignani, uno che di manovre di Palazzo se ne intende, prevede l’addio di otto parlamentari. Numero secco, che fa gelare il sangue all’avvocato di Volturara Appula. Il tam tam è iniziato. Così come il conto alla rovescia. Chi sarà il prossimo? Conte, al netto del cerchio magico, non controlla le seconde linee. E soprattutto il nutrito gruppo al secondo mandato è in fibrillazione. Forza Italia è alla finestra e aspetta il prossimo arrivo. C’è chi azzarda un nome di peso. Un big. Ecco Michele Gubitosa, braccio destro di Conte, imprenditore molto inserito negli ambienti ministeriali e già al secondo mandato. Con chi va? Dicono sia attratto dalle sirene di Tajani. E nei gruppi wp fanno girare una vecchia foto di Gubitosa (anno 2016) con Silvio Berlusconi a Palazzo Grazioli e il commento: ritorno di fiamma? La fonte grillina racconta al Giornale: «Nel 2018, Gubitosa, prima di essere candidato nel M5s, tentò in tutti i modi di essere piazzato in Forza Italia. Oggi è al secondo mandato, se non cambia la regola, Gubitosa potrebbe valutare le avances azzurre». «D’altronde – racconta ancora la fonte al Giornale Gubitosa è molto concreto, va d’accordo con i deputati Fi nelle commissioni, uno con cui ci può ragionare. Per intenderci non è tra coloro che credono alle scie chimiche». Un altro nome apprezzato nel centrodestra? Il senatore Ettore Licheri. Anche lui molto equilibrato e mai sopra le righe nei confronti degli avversari. E
È il Senato il tallone d’Achille di Conte. Tranne due, tre fedelissimi (Mario Turco, Barbara Floridia, Alessandra Maiorino), il capo dei Cinque stelle non gode di grande sostegno. E poi lo stesso capogruppo, l’ex ministro Stefano Patuanelli, non è considerato un contiano doc. Lavora per sé. Tant’è che si vocifera di un possibile cambio dopo la costituente dei Cinque stelle. Chi vivrà, vedrà. Alla Camera gli indizi portano a Gaetano Amato, ex attore, eletto nel M5s. Dicono che faccia «coppia politica» fissa sui territori con l’azzurra Annarita Patriarca. C’è poi un secondo capitolo che turba le notti dell’ex premier: Roberto Fico. La Campania resta l’unica vera roccaforte del consenso grillino. La conferma è arrivata alle Europee: nel tracollo generale delle truppe contiane, in Campania il M5s ha retto bene. Dicevamo: capitolo Fico. L’ex presidente della Camera (senza lavoro) è fuori dai giochi da troppo tempo. È stato buono per due anni perché nel suo cuore coltivava un sogno: la poltrona di primo cittadino di Napoli. Ma tre giorni fa, il sindaco Pd Gaetano Manfredi (amico personale di Conte) gli ha gelato il cuore: «Mi ricandido a sindaco» ha annunciato il primo cittadino. Fico puntava alla staffetta con Manfredi, dirottato in Regione al posto di Vincenzo De Luca. L’ex numero uno di Montecitorio di fare il baby pensionato a cinquanta anni non ci pensa proprio. Sfumato il sogno, Fico scalpita. Vuole rientrare in pista. «Si deve cambiare la regola sul limite dei due mandati», dice ai suoi. La fronda fichiana in Parlamento è nella blacklist di Conte. È la «pattuglia attenzionata».
Ci sono i deputati Gilda Sportiello, Dario Carotenuto, Riccardo Ricciardi, quest’ultimo non ha mai digerito la scelta di Conte di preferirgli Barbara Floridia per la guida della Vigilanza Rai. I fichiani guardano a sinistra. Le consultazioni con Fratoianni, Bonelli e Schlein sono appena iniziate.