Conte come Cenerentola con le sorelle: sedotto e abbandonato (dal Pd). Lo molla anche Bettini: “Non controlla i suoi”. M5S nel pantano

Sembra una scena di “Vita da Carlo“, con il protagonista (Carlo Verdone) sedotto e abbandonato sulla via della candidatura al Campidoglio proprio dalla compagna incaricata dal Pd di proteggerlo dalle insidie della politica. Nel nostro caso, invece, non c’è il ciak si gira, ma il botta e risposta tra Fabrizio Roncone(Corriere della Sera) e Goffredo Bettini, pezzo fa novanta della nomenclatura dem che da circa un anno pensa e parla da loro protettore di Giuseppe Conte. L’ex-premier se ne fida ciecamente. Anche troppo, a giudicare tra i malumori che serpeggiano tra i 5Stelle, a dir poco sospettosi dell’influenza sul loro leader di quello che considerano un vero Rasputin, per altro troppo raffinato per le sinapsi delle loro zucche.

C’è dunque da scommettere che stamattina più d’uno di loro si sarà fregato le mani nel leggerne il giudizio su Conte, così come vergato dalla perfida penna di Roncone: «È in un momento di notevole difficoltà. Uomo leale, che apprezzo. Ma più leader di partito che capo di governo». Manca solo l’esortazione “una prece” per farne un epitaffio a tutto tondo. Infatti, Conte c’è rimasto di sasso, proprio come il Verdone della serie. Figuriamoci perciò se Dagospia (in “Vita da Carlo” c’è anche il suo fondatore-direttore) si lasciava scappare un bocconcino tanto prelibato. E se le parole di Bettini erano già uscite sul Corsera, è stato il sito di Roberto D’Agostino a montarci su uno dei suoi titoloni tritatutto.

A buon diritto, dal momento che la vicenda si intreccia con l’imminente scadenza del Quirinale. Già, Bettini è peso politico troppo massimo per non sapere che le telefonatine di Conte (ben due) che illuminavano il display del suo Nokia mentre discettava di strategie con Roncone sarebbero finite in pagina. È di tutta evidenza che il suo è un segnale politico. Rivolto a chi lo capiremo, forse, nelle prossime ore o giorni. Intanto, tra i 5Stelle tira già una brutta aria. «Non capisco perché Bettini sia così ascoltato dai vertici M5S – tuitta l’onorevole Francesco Berti -. A chi parla solo di strategie e relazioni, va preferito chi parla di temi e soluzioni». La sinapsi, appunto.

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