Concorso Magistrati, sembra la lettera di Totò sotto dettatura di Peppino: i candidati non sanno scrivere, passano solo 88 su 1500

In Italia  abbiamo un problema che riguarda gli aspiranti magistrati che si preparano a superare il concorso: la stragrande maggioranza di loro non è riuscita a superare la prova scritta per gli eccessivi errori di grammatica.

Secondo l’ultimo aggiornamento sul concorso da 310 posti che si è svolto l’estate scorsa dal 12 al 16 luglio, i candidati sono stato 5.827. Di questi  soltanto in 3.797 hanno consegnato la busta con la prova. Ma il vero problema, però, viene ora con la correzione degli elaborati: sui 1.532 compiti esaminati finora dalla Commissione, è passato soltanto il 5,8% dei candidati, 88 persone. Un numero talmente basso da non sembrare vero. Qual è la motivazione? Gli aspiranti magistrati non sanno scrivere, gli errori grammaticali sono “troppi” come affermarono i membri della Commissione del 2008. Dopo 13 anni, però, la storia si è ripetuta, in peggio. Della serie: in che mani siamo.

«In troppi scrivono male», hanno tuonato i commissari, che oltre alle lacune tecniche avrebbero riscontrato numerosi errori grammaticali e sintattici. Il rovescio della medaglia è una selezione ulteriormente rallentata. Difficile in condizioni simili trovare i 310 vincitori. A presentarsi, lo scorso luglio, erano stati 5827. A  3797 ammontava, invece, il numero di coloro che avevano consegnato la prova. Evidentemente insufficiente a riempire tutti i posti a disposizione. Per non parlare degli altri mille giudici richiesti dal plenum del Csm e che dovrebbero essere in realtà cinquecento. Se infatti il trend proseguisse invariato, gli idonei potrebbero essere solo 216, circa 100 in meno di quelli in origine necessari.

L’allarme è tale da essere riconosciuto anche dal Guardasigilli Marta Cartabia. Che parlando durante l’apertura del nuovo anno della Scuola della magistratura aveva parlato di “un aspetto che preoccupa”. La Ministra della Giustizia auspica una migliore formazione per evitare che si arrivi così impreparati al concorso pubblico per diventare magistrati. “Affido alla vostra riflessione la formazione degli aspiranti magistrati”. Lo ha dichiarato nel corso dell’apertura del nuovo anno della Scuola della magistratura. “È un aspetto che preoccupa, su più fronti, anche molti di voi, come più volte mi è stato confidato. Troppe volte i concorsi per l’accesso alla magistratura non riescono a selezionare neppure un numero di candidati sufficienti a ricoprire tutte le posizioni messe a bando”, ha dichiarato al Messaggero.

Il problema si aggrava in quanto  è in arrivo un secondo ‘concorsone’ per l’ingresso in magistratura: addirittura con 500 posti a diposizione, numero mai visto prima, proprio il ministro Cartabia è al lavoro per cambiare il sistema di accesso alla magistratura. L’intenzione è quella di consentire ai nuovi giuristi di avere un percorso più idoneo, infora il Riformista: l’obiettivo è quello di consentire la presentazione al concorso subito dopo la laurea. Via dunque i 18 mesi di tirocinio che si facevano in tribunale; per inserire due anni di scuola di specializzazione per le professioni legali oppure tramite dottorato di ricerca.

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