Con il governo Meloni, balzo dell’occupazione a marzo. FdI: “Sono gli effetti del clima di fiducia”

Il trend dell’economia italiana prosegue la sua curva positiva. Gli occupati a marzo 2023 sono aumentati di 22mila unità (+0,1%) rispetto a febbraio e di 297mila unità (+1,3%) rispetto a marzo 2022. Lo rileva l’Istat sottolineando che il tasso di occupazione è stabile al 60,9% su febbraio e sale di 0,9% sul marzo 2022. Buone notizie, la marcia ingranata dal governo è quella giusta. Il dato sull’occupazione si aggiunge al balzo del Pil certificato dall‘Istat pochi giorni fa. Gufi addio. La sinistra ci rimarrà male. Una sinistra “su Marte” che scenderà in piazza contro un taglio delle tasse sul lavoro e una diminuzione delle tasse per i redditi bassi, certamente non leggerà questi dati Istat con favore.

“Aumentano i contratti stabili e cresce l’occupazione. I dati forniti dall’Istat per marzo 2023 sono molto incoraggianti e frutto del clima di fiducia percepito dalle imprese in questi primi sei mesi di Governo. Una fiducia che siamo intenzionati a ripagare continuando a dare risposte concrete per far ripartire l’economia nazionale. Andiamo avanti con ottimismo e determinazione”, scrive in un tweet il premier Giorgia Meloni.

Comunque sia, a marzo l’aumento degli occupati si associa alla diminuzione dei disoccupati e alla stabilità degli inattivi. Su base mensile, il tasso di disoccupazione generale è infatti sceso al 7,8% (-0,1%), quello giovanile a 22,3%(-0,1%). L’aumento coinvolge uomini, donne e tutte le classi d`età, ad eccezione dei 35-49enni per effetto della dinamica demografica negativa; il tasso di occupazione, che nel complesso è in aumento di 0,9 punti percentuali, sale anche in questa classe di età (+0,5 punti): perché la diminuzione del numero di occupati 35-49enni è meno marcata di quella della corrispondente popolazione complessiva.

Sempre a marzo il numero di persone in cerca di lavoro, rispetto a febbraio 2023, diminuisce (-1,1%, pari a -22mila unità) tra gli uomini, le donne e tra chi ha almeno 35 anni. Il tasso di disoccupazione totale scende al 7,8% (-0,1 punti), quello giovanile al 22,3% (-0,1 punti).  La stabilità del numero di inattivi – tra i 15 e i 64 anni – è sintesi della crescita tra gli uomini e tra chi ha 50 anni o più e della diminuzione tra le donne, i 15-24enni e i 35-49enni. Il tasso di inattività rimane invariato al 33,8%. Rispetto a marzo 2022, diminuisce sia il numero di persone in cerca di lavoro (-5,1%, pari a -106mila unità) sia il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni (-2,2%, pari a -281mila).

Naturalmente il dato va letto nella cornice generale:il balzo del Pil oltre la media europea, il dl lavoro che porta linfa ai lavoratori più deboli; e l’accoglienza favorevole della associazioni di categoria delle misure dell’esecutivo. I catastrofisti e le sibille cumane del baratro devono rivedere tutti i parametri. ” Chi ben comincia è a metà dell’opera – commenta i dati dell’Istat il vice Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali di Fdi, Maria Teresa Bellucci- . Gli ultimi dati Istat sul tasso di disoccupazione, che a marzo cala al 7,8%, confermano gli effetti positivi del clima di fiducia che il Governo Meloni è stato capace di imprimere alla Nazione. Con un progetto di riforma del lavoro che sta mettendo a disposizione nuovi strumenti;  e vere misure di aiuto a chi versa in stato in povertà e a chi chiede di trovare un’occupazione“.

Aggiunge Bellucci: “Tutto questo, unito alla strategia del governo di diminuire le tasse, non potrà che dare ulteriore slancio alla ripresa. L’impegno su lavoro, salari, protezione delle famiglie fragili segnerà tutta la legislatura e, con il decreto dell’1 maggio, abbiamo dato ancora più risposte alle esigenze reali degli italiani, dimenticati nel passato da chi del lavoro aveva fatto solo una bandiera ma da stendere al vento della retorica e di battaglie finte e anacronistiche”.

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