“Chiamate l’esorcista”: Travaglio senza freni contro Di Maio che ha rinnegato pure se stesso. “Ora i nuovi elettori lo distruggono”

Di Maio rinnega se stesso, Di Maio rinnega la sua creatura, il reddito di cittadinanza così come l’aveva concepito. Travaglio grida: “Chiamate l’esorcista“. Vari quotidiani e siti oggi commentano l’ennesima piroetta del ministro degli Esteri sulla misura simbolo del suo ex partito, il M5S, da sempre criticato dal centrodestra e misura mai votata da FdI. Una giravolta in grande stile esibita al Meeting di Rimini: “Il Rdc va mantenuto solo per i disabili”.  Libero ironizza che ormai solo il Pd è rimasto tetragono a difenderlo. Ma l’articolo più spassoso lo scrive il direttore del Fatto Quotidiano. E’ sua la palma dell’articolo più “impietoso” (e spassoso)  verso ‘Giggino’, che “nacque incendiario e divenne pompiere”. Una demolizione in tre tappe.

2018, foto dal balcone di Palazzo Chigi e grido “Abbiamo abolito la povertà“. Il RdC era stato approvato durante il governo gialloverde e la sceneggiata oggi è evocata più che altro con tono di irrisione. La seconda giravolta arriva  con la fine del Conte 2.  Di Maio “accoglieva l’incarico a Draghi dopo Conte con l’immortale “lo ammazziamo in Parlamento”: ed era solo il 2 febbraio 2021, una settimana prima di reincollarsi alla poltrona della Farnesina”. Da allora è riuscito – prosegue Marco Travaglio nel ‘fondo’ sul Fatto nel difficile obiettivo di  “diventare più draghiano di Brunetta e perdere i residui freni inibitori; fino a votare con gaudio la schiforma Cartabia che demoliva la Spazzacorrotti dell’amico Bonafede e financo quelle che scassinavano le sue leggi: dl Dignità e Rdc”.

Metamorfosi dopo metmorfosi arriviamo al 2022 della “triste parabola” di Di Maio. Il direttore riassume alcune “perle” d’annata: “le trame contro la Belloni (‘mia sorella’) al Quirinale per non far sanguinare il sacro cuore di Mario; l’arruolamento nella brigata più oltranzista della Nato; la scissione dal M5S con 63 poveracci che si erano bevuti la storia di Insieme per il Futuro, anzi Impegno Civico; l’accusa a Conte di “disallinearci dall’euratlantismo” (qualunque cosa significhi) su mandato di Putin”. Travaglio sottolinea altre impietose performance: “l’alleanza con Sala&Tabacci e financo col Psdi; la questua in casa del Pd – pardon, del partito di Bibbiano – per due seggi sicuri a sé e a Spadafora”. Poteva bastare così e sarebbero state già enormi le sue giravolte. Se non ci fosse stato il Meeting di Rimini a farci comprendere che alle giravolte di Di Maio non c’è mai fine. “Il reddito di cittadinanza è stato un fallimento, va mantenuto solo per i disabili”, ha detto alla platea di Cl. Da rimanere a bocca aperta.

Tanto che Travaglio parla di qualcosa di più allarmante del trasformismo: “un caso di possessione. Non diabolica, peggio: confindustriale. ‘Non sono d’accordo ad abolire il RdC per disabili o inabili al lavoro”, ha detto: quindi, per chi lavora con salari da fame, sì. Ancora: Sono d’accordo con la norma, approvata poco prima della fine del governo Draghi, che permette alle aziende di fare la proposta direttamente ai percettori del reddito. E, se non la accettano, di segnalare che la persona non deve più averlo”, perché “la gran parte dei centri per l’impiego ha fallito”. E’ lui o non è lui? Certo che è  lui… Chiosa caustica: “E se qualcuno non gli chiama subito un esorcista, è capace di affacciarsi al primo balcone e strillare: “Abbiamo abolito Di Maio!”.

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