Champions, Inter in semifinale col Milan. È bastato il 3-3 col Benfica

Festa doveva essere, festa è stata per il pubblico da record di San Siro. L’Inter regge l’impatto con il Benfica e colpisce in contropiede. Prestazione maestosa quella dell’undici di Inzaghi, che si dimostra nettamente superiore ai lusitani, ormai avvitati in una crisi davvero imprevedibile. Difesa precisa ed attenta, avanti finalmente concreti, è davvero una grande Inter quella che fa tornare il sorriso ai 75000 del Meazza. I due gol nel finale del Benfica rovinano un po’ la festa ma comunque la missione è compiuta. Sguardo che corre ora all’affascinante derby di semifinale: la rivincita contro il Milan 20 anni dopo.

Al pronti via, Benfica aggressivo ma l’Inter non si scompone, rendendosi più volte pericolosa in ripartenza. È proprio su un contropiede che arriva la zampata dei padroni di casa: Dzeko lotta spalle alla porta, Lautaro la sistema per Barella che fa una mezza magia e lascia partire una botta che si insacca al sette. Con l’Inter in controllo, il Benfica fatica ma trova il pari grazie ad una rarissima disattenzione difensiva dei nerazzurri. Rafa Silva sul filo del fuorigioco mette un cross sul quale Dumfries è in ritardo: Aursnes stacca da solo e batte Onana. Secondo tempo sulla falsariga del primo, con l’Inter un po’ a corto di fiato. Nel momento migliore degli ospiti, l’Inter colpisce ancora: azione interessante sulla sinistra tra Mkhitaryan e Dimarco, cross preciso sul quale si avventa Lautaro Martinez per il 2-1. A questo punto il Benfica non ne ha più e subisce anche il 3-1 grazie ad una magia di Correa, che affonda definitivamente i lusitani. A questo punto l’Inter cala di tensione e viene raggiunta nel recupero da un Benfica comunque tenace: è comunque tempo di festeggiare per un Inter davvero dominante.

Nessuna sorpresa da parte di Simone Inzaghi rispetto alle previsioni della vigilia. Davanti al talismano Onana, il trio difensivo che a Lisbona aveva sbagliato davvero poco, ovvero Darmian, Acerbi e Bastoni. Sulle ali spazio per Dumfries e Dimarco, che dovranno sia spingere che contenere i laterali delle Aquile. Al centro Brozovic dovrà gestire il traffico, con Mkhitaryan più rivolto alla copertura e Barella a scompaginare le carte tra le linee del Benfica. Il rebus degli attaccanti si risolve ancora con la coppia più rodata, quella composta da Lautaro Martinez ed Edin Dzeko.

Schmidt, nonostante lo 0-2 casalingo, conferma in blocco la formazione dell’andata, con una sola aggiunta molto significativa. A dirigere la difesa davanti a Vlachodimos ritorna infatti Nicolas Otamendi, con il campione del mondo chiamato a dirigere Gilberto, Antonio Silva e Grimaldo. La coppia di mediana Florentino-Chiquito avrà il compito di contrastare i fantasisti dell’Inter e fornire palloni buoni per il trio fantasia composto da Joao Mario, Rafa e Aursnes. Davanti alla porta il solo Gonçalo Ramos, che ha però tutto quel che serve per rovinare la serata del pubblico del Meazza.

L’approccio del Benfica, come ampiamente previsto, è subito aggressivo ma l’Inter non si fa schiacciare in difesa, trovando spesso e volentieri l’occasione di colpire in ripartenza. Spazi invitanti ma poca precisione da parte degli avanti di Inzaghi, poco precisi nell’alimentare la corsa dei compagni di reparto. Paradossalmente sono proprio i padroni di casa ad avere la prima palla buona per sbloccare la partita. Contropiede micidiale guidato dai nerazzurri, 3 contro 2; palla buona per Lautaro che vede Dimarco sulla sinistra e prova a metterlo a tu per tu con Vlachodimos. Ottima l’idea, decisamente meno la realizzazione: passaggio troppo forte che finisce in fallo laterale. Il Benfica è costretto ad arretrare per poi provare ad avanzare con più calma.

Quando le Aquile alzano il baricentro, si scoprono troppo e l’Inter non si fa ripetere due volte l’invito. Palla riconquistata a centrocampo e lancio che arriva dalle parti di Dzeko. Il bosniaco lotta come un leone, la spizza per Lautaro che l’allunga a Nicolò Barella. L’ex Cagliari è circondato dai difensori ma si fa strada, indovinando poi un delizioso tiro a giro sul quale il guardiameta del Benfica non può niente. Ancora una volta decisivo l’azzurro, 1-0 Inter.

Nel tripudio del pubblico del Meazza, davvero scatenato, il Benfica rischia l’imbarcata, con Vlachodimos che per poco non fornisce il 2-0 all’Inter. I padroni di casa cambiano spesso posizione con Lautaro arretrato, Mkhitaryan sulla fascia e Dzeko battitore libero, mettendo in confusione i lusitani, che ci mettono diversi minuti prima di ricomporsi. Quando ha spazio il Benfica riesce a girare bene il pallone ma non capita spesso: molto attenta e reattiva in questa fase la squadra di Inzaghi. Quando gli ospiti si spingono in avanti, l’Inter è sempre pronta a ricacciarli indietro, tenendo alta la pressione. Alla mezz’ora le Aquile si ripresentano dalle parti di Onana: bella la punizione di Grimaldo, molto angolata e bassa ma il portiere camerunense è attento. Poco dopo l’Inter colpisce ancora: Dzeko si fa spazio sulla destra, cross lungo sul quale Lautaro riesce ad intervenire, infilando Vlachodimos. La festa, però, dura davvero poco: l’arbitro ha visto una spinta su Gilberto ed annulla il gol dell’argentino.

Il Benfica prova ad aggredire ma l’Inter risponde colpo su colpo, grazie soprattutto alle prestazioni proprio dei due attaccanti, più che disposti a rientrare e sacrificarsi. I nerazzurri in questa fase sono pazienti, sicuri dei propri mezzi, senza fretta di chiudere subito i conti. Al primo mezzo errore della difesa, però, gli uomini di Schmidt colpiscono. Lancio che trova Rafa Silva tra le linee in posizione sospetta. Cross immediato in area piccola dove Dumfries ritarda a scalare: il norvegese Aursnes gli prende il tempo e mette un colpo di testa secco sul quale Onana non può niente. Doccia fredda per l’Inter, che sembrava in controllo totale.

Le Aquile, ora, ci credono ed alzano il ritmo, presentandosi in massa nell’area nerazzurra. I padroni di casa ci mettono qualche minuto a ristabilire le distanze, tornando ad essere pericolosi in ripartenza, grazie ad un Lautaro ispirato. Palleggio lusitano, contropiedi italiani, un tema che con tutta probabilità rivedremo anche nel secondo tempo. Negli spogliatoi rientra un Benfica in fiducia e un Inter che sembra pronta a reggere gli assalti dei portoghesi anche nella ripresa.

Schmidt decide di cambiare qualcosa negli spogliatoi: fuori Gilberto, dentro David Neres. Il tema della partita rimane sempre lo stesso: manovra avvolgente portoghese, ripartenze pungenti da parte dei padroni di casa. A parte uno squillo di Lautaro al 47’, ben lontano dallo specchio della porta, poche occasioni da entrambe le parti ma partita comunque piacevole. Quando il Benfica aumenta la velocità del giro palla, la difesa nerazzurra ha qualche problema di troppo, come su una penetrazione di Joao Mario al 51’. Squadre ora più sfilacciate, con spazi invitanti che si aprono per gli ospiti e Inter un po’ schiacciata in difesa. Il palleggio del Benfica sarebbe pure apprezzabile ma le azioni delle Aquile s’infrangono inevitabilmente sulla linea difensiva dell’Inter, che prova a colpire in contropiede. Peccato che gli avanti nerazzurri pecchino in precisione e concretezza.

L’Inter ha speso tanto nel primo tempo ma trova l’occasione buona per colpire prima dei prevedibili cambi di Inzaghi. Azione sull’out sinistro con il solito Dimarco che combina con Mkhitaryan prima di inserirsi in area e mettere un cross basso invitantissimo. Lautaro Martinez era da quelle parti e non se la sente proprio di sbagliare. Meritato il gol per il Toro, apparso davvero rigenerato questa sera rispetto alle ultime uscite in campionato. 2-1 Inter che arriva proprio al momento giusto. Ora per rientrare in partita al Benfica servirebbe davvero un miracolo.

Con le Aquile rovesciate in avanti, Lautaro e Dzeko per poco non trovano anche il 3-1 ma l’argentino sembra davvero in riserva. Inzaghi se ne accorge e cambia tutto: fuori Barella, Lautaro e Dzeko per Calhanoglu, Lukaku e Correa. I lusitani, però, non ci sono più in campo e l’Inter ne approfitta. Nuova azione pericolosa dell’Inter che trova il Tucu Correa al limite dell’area: l’argentino fa fuori il connazionale Otamendi e piazza un tiro a giro micidiale che bacia il palo interno prima di insaccarsi. Apoteosi nerazzurra.

A questo punto c’è solo spazio per la festa nerazzurra con un Benfica che non ne ha più. Schmidt cambia Chiquinho per Joao Neves e Rafa Silva per Musa, mentre Inzaghi dà spazio a D’Ambrosio e Gosens per i diffidati Bastoni e Dimarco. L’Inter si prende qualche libertà di troppo, rischiando tantissimo su un passaggio disinvolto di Brozovic ma a salvare Onana ci pensa il palo. Con il pubblico che pensa solo a festeggiare, il Benfica trova il 3-2 su una bella punizione di Grimaldo che trova il colpo di testa di Antonio Silva. Un gol che rovina un po’ la festa nerazzurra ma che non cambia la sostanza delle cose. In pieno recupero arriva anche il gol del pareggio, voluto fortemente dagli ospiti, che lo trovano grazie alla girata di Peter Musa, con un Inter già negli spogliatoi. Un finale amaro ma l’Inter è in semifinale dopo 13 anni.

Pubblicato da edizioni24

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