Cela l’ombra sulla morte del ministro bielorusso Makei. Kiev: “E’ stato avvelenato dai russi”

Il ministro degli Esteri bielorusso, Vladimir Makei, è morto all’età di 64 anni. Lo rende noto l’agenzia stampa ufficiale bielorussa BeLta, senza fornire dettagli sulle circostanze del decesso, che è già un “giallo” internazionale, soprattutto alla luce delle ipotesi che Mosca lavori a un attentato a Lukashenko per coinvolgere la Bielorussia nel conflitto. Ieri la stessa agenzia aveva riferito di un incontro fra Makei e il nunzio apostolico Ante Jozic, mostrando una foto (in alto) che li ritraeva seduti su due poltrone.

Ministro degli Esteri bielorusso dal 2012, Makei era stato inizialmente favorevole ad un riavvicinamento di Minsk all’Ue, ma aveva cambiato linea dopo le proteste di massa del 2020 contro i brogli alle elezioni presidenziali. Nei giorni scorsi, Makei aveva partecipato al summit dell’alleanza militare Csto a Erevan, capitale dell’Armenia. Lunedì avrebbe incontrato il suo omologo russo Serghei Lavrov.

“Ci sono voci secondo cui potrebbe essere stato avvelenato. Makei era considerato un possibile successore di Lukashenko. Era uno dei pochi a non essere sotto l’influenza russa. Le voci dicono che questo potrebbe essere un avvertimento per Lukashenko». Lo scrive su Twitter Anton Gerashchenko, consigliere del ministero dell’Interno ucraino.

“Siamo scioccati dalle notizie della morte del ministro degli Esteri bielorusso Vladimir Makei. Il ministero russo degli affari esteri pubblicherà a breve le condoglianze ufficiali”, ha detto la portavoce del dicastero, Maria Zacharova sul suo canale Telegram, secondo quanto riporta la Tass. Prima di diventare ministro, Makei era stato assistente del presidente Lukashenko (2000-2008) e poi capo dell’amministrazione presidenziale (2008-2012). Era ritenuto un possibile successore di Lukashenko.

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