Cate Blanchett punzecchia femministe e MeToo: le molestie? Non sono una questione di genere

Una rivoluzionaria Cate Blanchett dà da pensare alla platea del Lido scomodando i capi saldi al base del movimento Metoo: «Le molestie? Non sono una questione di genere». E ne è fermamente convinta la star australiana all’apice di bellezza e successo. Tanto più oggi, dopo aver vestito in Tar, di i panni di Lydia Tár – il film di Todd Field in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2022 di cui è protagonista – una delle più grandi direttrici d’orchestra al mondo. La prima direttrice della più grande orchestra della Germania.

«Mentre facevo questo film non avevo mai pensato al genere del personaggio né alla sua sessualità», spiega infatti a giornalisti e cinefili raccontando il senso della sua interpretazione. E a stretto giro aggiunge: «Non c’è bisogno di essere una direttrice di una delle orchestre più grandi del mondo per sperimentare sentimenti come l’abuso di potere e il tradimento della fiducia». Nel film, infatti, il suo personaggio subisce il maschilismo dell’ambiente in cui lavora ed è costretta sempre a dimostrare la sua competenza di musicologa. Ma, allo stesso tempo, si innamora di due musiciste (Nina Hoss e Sophie Kauer) che sottopone di fatto a molestie, complice anche la sua posizione di potere.

Il che ha portato Cate Blanchett a dire anche: «Dalla prima sillaba che ho letto della sceneggiatura, che è molto ben scritta, sapevo che era quello con cui mi stavo confrontando è un personaggio molto complesso. Tàr è un film su una trasformazione. Ma una cosa che non cambia è che si tratta di una persona che non conosce più se stessa. Lei è un insieme di contraddizioni. Di alti e bassi. E di provocazioni. Ma non ho pensato a questo come ad una questione di genere, finché non sono iniziate le conferenze stampa», sottolinea sorridendo l’attrice australiana premio Oscar, che tra le righe provoca la platea sui dogmi femministi e credo MeToo… E che nelle more confessa anche di sentirsi «tutt’altro che arrivata». Anzi, anche lei, come la sua protagonista, è una persona «in evoluzione. Sto ancora spiccando il volo»…

Non solo. A chi le chiede se all’inizio della sua carriera abbia faticato ad affermarsi per il maschilismo, risponde lapidaria: «Sicuramente anche l’ambiente del cinema è cambiato molto da quando sono entrata nel mondo della settima arte. Ho lavorato molto in teatro e mi dicevano: “Goditi il momento, perché avrai più o meno 5 anni di tempo”… Allora era così. La vita dell’attricefiniva presto. Oggi, però, anche questo è cambiato: e anche grazie a grandi uomini registi. Non è un discorso di genere. Ma di esseri umani»…

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