By Fabrizio Scognamiglio
È gradita la pubblicazione su ith24.it. Questo l’articolo che ci giunge in redazione a firma Gaetano Daniele, già Direttore editoriale di ith24.it, il Fatto e il Notiziario. Gaetano Daniele non è uno abituato ai giri di parole. Se ha qualcosa da scrivere non si nasconde dietro falsi nomi. Non scarica foto da google, e tanto meno cambia immagini a profili fake per poi cantare “il mio corpo che cambia”. Quello di Daniele, non è mai cambiato. Come il suo modo di vedere le cose. E così prova a delineare un quadro chiaro e per certi versi inedito sulla vicenda giudiziaria che coinvolge in queste ore il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti.
Le parole di Daniele sono fin troppo chiare: “Ho letto le carte dell’inchiesta sul presidente della Liguria, Giovanni Toti i magistrati scrivono che bisogna bloccarlo perché c’è la campagna elettorale. Mi domando: se questa inchiesta dura da anni, perché nelle elezioni del passato nulla è accaduto sul piano giudiziario al governatore Toti? La tempistica dell’indagine è davvero strana e complessa da capire, ciò non toglie che la giustizia farà il suo corso. Infatti non mi sorprende leggere certe cose. Insomma, è roba già vista. Stupisce sì la sincronicità perfetta in cui vengono dette queste cose, quasi a voler manipolare l’opinione votante. Tuttavia dovremmo oramai essere abituati”.
Poi lo stesso Daniele parla anche delle ombre del dossieraggio proprio sul caso Toti: “Il caso di Striano tenderà a gonfiarsi. Il suo comportamento durante l’incarico presso la Procura nazionale antimafia è stato molto discutibile. Anche Toti (nel dicembre 2021) è stato oggetto delle sue osservazioni. Spetta alla Procura di Perugia fare le proprie valutazioni, perché la commissione nazionale antimafia per rispetto dei pm umbri non ha sentito ancora le persone indagate”.
Poi entra nel merito: “Quel contributo di cui si parla nel caso del presidente Toti è stato registrato nella raccolta fondi ed uno che vuole fare il corrotto di sicuro non lo segna nei contributi elettorali”. Insomma, in questa storia ci sono diversi punti da chiarire. E anche in fretta…
E nota: “Non si valuta in questo caso un elemento, tutt’altro che irrilevante: gli elettori non sono stupidi, proprio come me e chi avrà la possibilità di leggere quanto affermo, che pure votiamo, hanno già assistito a queste cose qui e considerano quanto avvenuto in Liguria l’ennesimo caso giudiziario tirato fuori a due passi dal voto e destinato molto probabilmente a sgonfiarsi e a concludersi con un buco nell’acqua, con un nulla di fatto, con scarcerazioni, assoluzioni, archiviazioni, eccetera. Quante volte è accaduto? Non le conto nemmeno più”.
Poi puntualizza: “detto ciò non intendo minimamente screditare l’attività degli inquirenti, della magistratura, nella quale ho sempre riposto fiducia. La magistratura che assolve è lo stesso organo che decreta gli arresti. Mi auguro soltanto che si adotti la cautela massima quando una decisione simile viene approvata in quanto non si scherza con la libertà personale altrui, il nostro bene supremo, la cui privazione produce effetti devastanti e irreparabili sull’esistenza e la salute di coloro che subiscono questo genere di provvedimenti, magari venendo in seguito dichiarati estranei ai fatti”.
Poi conclude: “Ce ne dimentichiamo sempre. In Italia vige il principio della presunzione di innocenza. Dunque non concepisco questa richiesta di dimissioni avanzata dalla sinistra giustizialista che fa scempio dei valori essenziali della democrazia calpestando suddetto principio ma soltanto quando l’indagato è di destra, se è di sinistra è sempre e comunque innocente e non deve essere rimosso. Non è pure questa una forma di disonestà? Bene. Sia valutato anche questo dagli elettori. I progressisti hanno poco da festeggiare, quindi evitino di piombare come avvoltoi su quello che credono essere il cadavere del nemico. La sinistra, infatti, è coinvolta altrove, ovvero in Puglia, in fattacci simili a quelli contestati a Toti in Liguria. Qualora venisse appurato oltre ogni ragionevole dubbio, intendo al terzo grado di giudizio, così come previsto dalla Costituzione, che Toti è colpevole di corruzione elettorale, allora ritengo che egli debba pagare assolutamente il suo debito. Ma sta di fatto che siamo ben lontani da tale eventuale verità e non possiamo né presumerla né darla per scontata né immaginarla. Sarebbe un danno collettivo. Sarebbe una maniera di abdicare alla civiltà, imbarbarendoci. Sarebbe una maniera di farci uguali a Conte, a Bonelli, a Fratoianni e a qualche puttanella venduta che non saprebbe fare nemmeno la 0 con il culo del bicchiere, tutta quella gente di sinistra che considera la presunzione di innocenza qualcosa di cui potere fare a meno, come l’appendice, notoriamente organo inutile. Manteniamoci lucidi. Per quanto riguarda la decisione di Toti di non dimettersi, egli ha tutto il mio appoggio. Non vedo perché dovrebbe dimettersi”.