Caso Saman, le ipotesi sono da incubo: il corpo fatto a pezzi…

Di Saman non c’è più traccia. Gli investigatori, che indagano sul suo presunto omicidio e occultamento di cadavere, hanno smesso di cercare il suo corpo ormai dal 12 luglio, dopo 67 giorni scavi e perlustrazioni nelle serre di Novellara, dove i carabinieri di Reggio Emilia non hanno rinvenuto tracce o riscontri, nonostante l’ingente dispiegamento di forze sul campo, che si sono avvalse anche dell’ausilio di sofisticati mezzi tecnologi e cani molecolari. Dunque, della 18enne pakistana scomparsa da Novellara il 30 aprile non si sa più niente. Ma i misteri e i dubbi legati alla sua possibile restano lì: a gravare come un macigno su un’indagine che, ancora oggi, secondo quanto riferito negli ultimi due giorni dalla tv, stenta a ricomporre e a unire tutti i tasselli del tragico mosaico giallo.

Dunque, giovedì sera la trasmissione di Rete4 Fuori dal coro ha proposto l’intervento di un ragazzo pakistano che si è definito il miglior amico di Saman. E ieri, nella prima puntata della nuova stagione di Quarto grado, sono tornati sull’intricato caso. Nel programma condotto da Mario Giordano il ragazzo, che vive in Pakistan, ha sostenuto di aver parlato con la madre di Saman, scomparsa nel nulla come quasi tutto il resto della famiglia svanita in Pakistan e ricercata internazionalmente anche dall’Interpool. Secondo il giovane, la donna le avrebbe confermato la morte della ragazza. Ed è qui che si collega il passo avanti realizzato dagli inviati della trasmissione condotta da Gianluigi Nuzzi, secondo i quali la polizia pakistana potrebbe aver individuato i parenti della ragazza e contattato le autorità italiane a riguardo.

«Siamo andati alla polizia pakistana», ha fatto sapere la giornalista Anna Boiardi . Gli agenti locali avrebbero «individuato il luogo» in cui si nascondono i genitori di Saman. Non solo. In base a quanto riferito dall’inviata della trasmissione di Rete 4, i poliziotti pakistani avrebbero anche comunicato quest’informazione all’Italia. «Chiedendo però alla procura di andare in Pakistan a prenderli. Per ora sappiamo che la procura non si è mossa». Nel frattempo, stando alle recenti dichiarazioni che il fratello di Saman ha reso agli inquirenti italiani, è possibile ipotizzare nuovi scenari sul presunto omicidio e occultamento del cadavere della povera ragazza, che la Procura inquirente è convinta sia stata uccisa dai familiari per essersi sottratta all’imposizione del matrimonio combinato con un cugino più grande di lei.

Un presupposto che, secondo quanto riferito dall’amico della 18enne pakistana a Rete 4, la madre della 18enne avrebbe confermato dicendo: «Saman non è più in questo mondo: è morta ma è rimasta in Italia». Parole che azzererebbero anche l’ultima, flebile speranza, che la giovane possa essere ancora in vita. Nascosta e tenuta prigioniera chissà dove… La madre di Saman avrebbe anche confermato al giovane amico della figlia che ad uccidere la figlia sarebbe stato lo zio Danish Hasnain. E che, alla richiesta delle motivazioni di un omicidio tanto terribile, avrebbe replicato con una risposta agghiacciante: «Perché non aveva voluto sposarsi qui in Pakistan»

Ma è sui momenti successivi il presunto omicidio che si fa ancora più buio sul caso. Ed è lì che la narrazione – se possibile – si fa ancora più truculenta e tragica. Suffragata sempre da quanto il fratello di Saman ha raccontato. E secondo cui lo zio Danish si sarebbe offerto di portare il corpo della giovane a Guastalla, dopo averlo fatto a pezzi. Uno scenario che apre diverse spiegazioni del perché, una volta analizzate attraverso l’esame delle telecamere dislocate su strada, nessuna delle automobili in transito nel tragitto da Novellara a Guastalla – circa 15 minuti in macchina – risulta coinvolta nel caso.

La prima: i suoi aguzzini potrebbero aver gettato il corpo senza vita di Saman nel Po. Cosa che spiegherebbe perché non sarebbe stato ancora ritrovato. La seconda: Danish e altri due parenti, avrebbero portato in bicicletta i resti del cadavere fatto a pezzi fino a Guastalla. In questo modo. è vero che avrebbero impiegato più tempo, ma la vista di uomini su due ruote che trasportano sacchetti non avrebbe destato l’attenzione di nessuno…

Certo, resta il giallo del piede di porco. Quello che nel video delle telecamere di sorveglianza è in mano a uno dei tre parenti di Saman. Quegli stessi parenti che, poche ore prima del presunto omicidio, si vedono su uno schermo con degli attrezzi da lavoro in spalla. Sull’arnese in questione la scientifica non ha rinvenuto tracce di sangue: non può essere la presunta arma del delitto. Ma, ipotizzano gli inquirenti, potrebbe essere stato usato per scardinare le porte di qualche casolare o la copertura di un pozzo. Insomma: per occultare il cadavere? Dubbi, ipotesi, ricerca di riscontri e risposte. l’unica certezza in questa tragica vicenda è che su una ragazza in fiore, innamorata e che voleva essere libera di scegliere il proprio destino, si è accanita una brutalità di arcaica memoria. Una ferocia di cui i responsabili dovranno rispondere...

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