Caso Petrocelli, in Commissione Esteri si dimettono in massa per destituire il “putiniano”. Ecco quali potrebbero essere gli scenari

“Gentile presidente Faraone, Le scrivo nella mia veste divicepresidente della Commissione Esteri per esprimerle la mia indisponibilità a continuare a far parte della Commissione, finché resta presieduta da chi non gode più della fiducia della maggior parte dei componenti. Per questo motivo, comunico la mia decisione di dimettermi dalla commissione con effetto immediato”: così la senatrice Laura Garavini, in una lettera al capogruppo IV Davide Faraone, annuncia le sue dimissioni da vicepresidente della commissioni Esteri del Senato.

Ormai è diventato una specie di braccio di ferro: il 5 Stelle (in attesa di espulsione) e filo-russo Vito Petrocelli non vuole lasciare la presidenza della commissione Esteri, è abbarbicato alla poltrona nonostante le sue posizioni sulla guerra inconciliabili con il governo e il Parlamento italiani. I suoi colleghi di commissione tentano di forzare la mano scegliendo di dimettersi loro. Ma non tutti, per ora solo quelli di Pd, Iv e Fdi. Gli ex compagni del Movimento si limiteranno a disertare i lavori in programma domani. Idem la Lega.

Insomma, l’unica possibile via d’uscita, cioè le dimissioni di tutti i componenti o comunque di una buona parte d’essi, come fatto anche intendere dalla giunta per il regolamento del Senato, non sembra ancora del tutto realizzabile. Secondo quanto apprende l’Adnkronos da fonti parlamentari di Palazzo Madama, i membri M5S della Commissione Esteri del Senato sarebbero orientati a non presentarsi domani in Commissione. Al momento, viene spiegato, l’ipotesi delle dimissioni dei componenti grillini – una delle possibili exit strategy per risolvere l’impasse dovuto al caso Vito Petrocelli – non sarebbe stata ancora affrontata dai diretti interessati.

“Fratelli d’Italia, confermando la disponibilità alle dimissioni dei propri componenti della Commissione, continua a ribadire che Petrocelli si deve dimettere”, ha dichiarato Isabella Rauti. “Perché in questo delicato momento le sue posizioni personali sono incompatibili con il ruolo istituzionale che ricoprire. Rifiutando di dimettersi, come il buon senso vorrebbe, abusa della sua posizione e non svolge quel ruolo di garanzia e di terzietá che ogni presidente di Commissione deve assicurare. La questione è evidentemente politica e al di là delle gravi resistenze di Petrocelli alle dimissioni c’è l’ambiguità del M5S che non si assume fino in fondo le sue responsabilità, continuando a giocare sull’equivoco”, conclude il  vicepresidente vicario di Fratelli d’Italia al Senato, Isabella Rauti, al termine della riunione dei capigruppo.

Stesso annuncio da parte di Alessandro Alfieri del Pd: “Non si può permettere al senatore Petrocelli di promuovere una diplomazia parallela in completo disaccordo e in assenza di consultazione con gli altri commissari. In tal senso, come componenti del Pd della commissione abbiamo già consegnato le nostre dimissioni nelle mani della presidente del gruppo, Simona Malpezzi“. Una volta avvenute la dimissioni in massa la giunta per il regolamento sarebbe pronta a riunirsi per dare un parere alla presidente Elisabetta Casellati; basato però su un fatto concreto, non su delle divergenze politiche. Però né Lega né M5S per adesso sono pronte a far dimettere i propri componenti, ma solo a disertare la riunione di domani. Per questo come è detto non è così scontato che alla fine Petrocelli verrà costretto al passo indietro.

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