Caso “Gregoretti”, parla Salvini: “Nessun reato. Ho agito per difendere gli interessi degli italiani”. Il web insorge: “arrestateci tutti”

«Ho agito rispettando la Costituzione e nell’interesse del popolo sovrano». Si possono sintetizzare in queste poche battute le 50 e più pagine di memoriaattraverso le quali in vista dell’udienza di sabato 3 ottodi fronte al Gup di  CataniaMatteo Salvini proverà a radere al suolo l’accusa di «sequestro di persona pluriaggravato». La vicenda riguarda i migranti a bordo della nave Gregoretti. Il reato ipotizzato dagli inquirenti potrebbe costare all’ex-ministro degli Interni fino a quindici anni di carcere. Allegata alla memoria difensiva anche la corrispondenza intercorsa dal 26 luglio del 2019 tra Palazzo ChigiFarnesinaCommissione Ue e vari Paesi europei per il ricollocamento dei migranti.

Il documento difensivo, anticipato da fonti della Lega, ricostruisce sin nel dettaglio ogni aspetto della vicenda. Il reato contestato a Salvini si sarebbe verificato dal 27 al 31 luglio 2019. Il 26 luglio, invece, la Gregoretti aveva a bordo 135 immigrati. Un carico umanitario risultato di due differenti operazioni di salvataggio effettuate dalle autorità italiane in acque maltesi su richiesta di La VallettaMalta, sotto pressione per altre operazioni analoghe, non sarebbe infatti riuscita a garantire interventi tempestivi. «In una operazione in particolare – si legge nella memoria di Salvini -, le autorità italiane avevano provveduto all’immediato trasporto a terra di sei persone in condizioni critiche prima dell’arrivo della Gregoretti».

Vi è poi il riferimento alle condizioni sanitarie. «Tra le 135 persone a bordodella nave – continua la memoria pro Salvini -, i medici non ravvisavano “casi sanitari gravi” escludendo la necessità di una evacuazione medica. Il Pos (luogo di sbarco sicuro) è stato indicato alle 18,10 del 27 luglio 2019 dal comando generale delle capitanerie di porto». Il porto individuato era quello di Augusta. «Nel frattempo – si legge ancora – era già sbarcata a terra anche una donna incinta con la sua famiglia (marito e due figli minori), mentre la Gregoretti si trovava in acque italiane». A bordo nessuno segnala episodi di insofferenza. Anzi, i migranti a bordo ricevono tre pasti completi al giorno con cucine in ottime condizioni igienico-sanitarie.

Solo il 31 luglio, ricorda la memoria di Salvini, «viene fatto sbarcare un immigrato con sospetta tubercolosi». Poche ore dopo, alle 15,48, arriva l’autorizzazione allo sbarco delle 115 persone ancora a bordo. L’operazione si conclude alle 16,53. «L’attesa – recita la memoria – si era resa necessaria per concordare la redistribuzione in altri Paesi europei, con il pieno coinvolgimento del governo italiano». La prova che Salvini non abbia agito da solo sta nelle parole pronunciate da Conte in occasione della conferenza stampa di fine anno. Eccole: «Per quanto riguarda le ricollocazioniabbiamo sempre a livello di Presidenza, anche con l’ausilio del ministero degli Esteri, lavorato noi per ricollocare e quindi consentire poi lo sbarco». Identica la procedura seguita per la nave Ocean Wiking, rimasta in mare dal 18 ottobre al 29 ottobre 2019. Attenzione alle date: in quel periodo il ministro dell’Interno era già il prefetto Lamorgese.

Il leader leghista respinge con forza la configurazione del reato a lui ascritto. Dal momento che «non si è verificata alcuna illecita privazione della libertà personale, in attesa dell’organizzazione del loro trasferimento presso la destinazione finale». È invece una novità assoluta quel che Salvini rivela sul fronte sicurezza e che riguarda la possibile presenza di scafisti a bordo della Gregoretti. Lo testimonierebbe «l’anomalo ritrovamento» di un Gps, occultato in uno zainetto, «verosimilmente impiegato a scopo di orientamento in mare». Al Gup, infine, Salvini ricorda anche le intercettazioni di Luca Palamara con un altro magistratoPaolo Auriemma. Riferendosi all’ex-ministro, Palamara dice all’interlocutore: «Ora bisogna attaccarlo».

Intanto il web insorge: “Siamo tutti Salvini, arrestateci tutti”.

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