Caso Emanuela Orlandi, l’ex pm Capaldo: “Due funzionari vaticani sapevano tutto”

È stato ascoltato questo pomeriggio in procura a Roma l’ex pm Giancarlo Capaldonell’ambito di un fascicolo aperto a modello 45, quindi senza indagati ne’ ipotesi di reato, dopo che il Csm nei giorni scorsi ha chiesto informazioni ai magistrati di piazzale Clodio in seguito all’esposto presentato dal legale della famiglia di Emanuela Orlandi a palazzo dei Marescialli. Esposto che aveva ad oggetto “la richiesta di accertamenti sulla condotta dei magistrati della Procura di Roma con riferimento ai colloqui intercorsi con il Vaticano per il rinvenimento del corpo di Emanuela Orlandi”.

Capaldo, da qualche tempo diventato un giallista come altri suoi colleghi,  ha scritto il romanzo La ragazza scomparsaispirato alle vicende della giovane cittadina vaticana sparita nel giugno del 1983 è stato sentito dai pm titolari del fascicolo per poco piu’ di un’ora come persona informata sui fatti. Il mese scorso sempre il legale della famiglia Orlandi, l’avvocato Laura Sgro’, aveva depositato un’istanza in Vaticano in cui si chiedeva ai promotori di Giustizia di sentire “con urgenza” il magistrato, ora in pensione, che aveva seguito il caso quando era in servizio alla procura di Roma. Il legale in quell’occasione chiedeva che venisse ascoltato in merito alle dichiarazioni in cui si faceva riferimento ad alti funzionari dello Stato Vaticano che si sarebbero resi disponibili per trovare una soluzione per il ritrovamento del corpo di Emanuela.

Nelle scorse settimane, Capaldo, durante la presentazione del romanzo, in cui si evoca il caso Orlandi, e poi successivamente, in una intervista televisiva al programma ‘Atlantide’ di Andrea Purgatori, ha raccontato che quando era titolare dell’inchiesta sull’omicidio di Emanuela ha incontrato due rappresentanti di Oltretevere. La riunione – secondo sempre le sue parole – lo fece ritenere che possibile ritrovare il corpo della ragazza scomparsa e risolvere così, una volta per tutte, il contenzioso con la Città Santa rispetto alla sepoltura a Sant’Apollinare dell’ex boss della Magliana, Enrico ‘Renatino’ De Pedis. Capaldo, da parte sua, non voleva la riapertura del feretro. Inoltre non firmò la richiesta di archiviazione dell’indagine.

Pubblicato da edizioni24

Pubblicato da ith24.it - Per Info e segnalazioni: [email protected]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.