Caso Creazzo, la legge deve essere ugiale per tutti. FdI pugno di ferro: “Se a molestare è un tifoso lo si distrugge, se è un un pm si insabbia…”

C’è molestatore e molestatore. Quando è un magistrato di peso, meglio non fare troppo rumore. Fa discutere la lieve sanzione decisa dal Csm nei confronti del procuratore capo di FirenzeFrancesco Creazzo. Autore di molestie sessuali nei confronti di una collega, Alessia Sinatra, sostituto procuratore a Palermo. I fatti, emersi nell’ambito delle arcinote intercettazioni su Palamara, sarebbero avvenuti nel 2015 in un hotel, durante un Convegno di toghe della corrente Unicost.

Fratelli d’Italia denuncia il doppiopesismo rispetto ad altri casi di molestie sessuali. E la sostanziale impunità di certi togati. Durissimo il giudizio che Guido Crosetto affida a Twitter. “Se il molestatore è uno sconosciuto passante che mette la mano sul sedere di una conduttrice tv, si polemizza per settimane e lo si distrugge socialmente. Se è un pm, che lo fa per anni, con ostinazione, si insabbia e tutti stanno zitti. Ma non bi fate un po schifo?”

Isabella Rauti non è meno sorpresa e indignata. “Dunque, ricapitolando. Se un tifoso molesta una giornalista in diretta tv – condotta da condannare e punire- viene accusato di violenza sessuale”, osserva la senatrice di Fratelli d’Italia. “Se un magistrato molesta pesantemente una collega, se la cava con una sanzione ridicola. Appare incredibile ma è accaduto ieri. La sezione disciplinare del Csm ha ritenuto che togliere due mesi di anzianità al magistrato coinvolto fosse sufficiente“. Così la Rauti ricordando il caso che coinvolge appunto il procuratore capo di Firenze.

“Il magistrato – aggiunge la senatrice componente la commissione parlamentare di inchiesta sul Femminicidio – non è stato sottoposto ad azione penale in quanto la vittima non ha sporto denuncia. E questo lascia interdetti perché che un magistrato non sporga denuncia in merito a un evento del genere è senza dubbio un brutto messaggio. E un pessimo esempio”.

Ma quello che lascia allibiti – incalza la Rauti – è la motivazione della sezione disciplinare del Csm che ha derubricato i fatti ad un ‘evento tra privati‘. Il protagonista negativo della vicenda resta dov’è, nella sua importante posizione di procuratore capo, ad esercitare un ruolo apicale nel ‘tempio’ della legalità. Insomma, una pacca sulla spalla, due mesi di anzianità in meno, e via così, impunito”. Un brutto segnale – conclude l’esponente di FdI –  che rischia di fare giurisprudenza e che dovrebbe indignare i ‘MeToo’ nostrani, “per ora rimasti in silenzio”.

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