Caserta, madrine e padrini a battesimi e cresime? Arriva il “niet” del vescovo: “Il loro ruolo ha perso significato”

Basta madrine e padrini a battesimi e cresime, poiché il loro ruolo, “allo stato attuale, ha perso quasi del tutto il suo significato“. La messa al bando, che sarà in via sperimentale e durerà tre anni, arriva dalla provincia di Caserta, dove il vescovo delle Diocesi di Teano-Calvi, Alife-Caiazzo e Sessa Aurunca, monsignor Giacomo Cirulli, si appresta a promulgare un apposito decreto.

Il testo sarà diffuso il 20 marzo e le nuove disposizioni diventeranno operative dal 9 aprile. A darne l’annuncio è stata una nota diffusa dalle tre diocesi, nella quale sono spiegate le “motivazioni pastorali” della decisione che riguarda le “celebrazione del Battesimo, della Confermazione e nel Rito dell’iniziazione cristiana degli adulti”. “Nell’odierno contesto socio-ecclesiale l’ufficio dei Padrini e delle Madrine, per lo più, ha perso il suo valore originario”, si legge nel comunicato, che prosegue sottolineando che “la missione legata a tali figure, infatti, consiste nell’accompagnare i catecumeni o i cresimandi nell’intero percorso di fede e non soltanto nel momento della celebrazione del Sacramento”.

“Allo stato attuale, tuttavia – chiarisce ancora la Diocesi – tale ruolo ha perso quasi del tutto il suo significato, riducendosi ad una sorta di adempimento formale o di consuetudine sociale. La sospensione in via sperimentale non ha lo scopo di sminuire il valore di tali figure, ma rappresenta un tentativo, da parte del Vescovo, di recuperarne l’identità e la missione come meglio specificato nelle note applicative, che costituiscono parte integrante del Decreto”. Si tratta, comunque, di una decisione non inedita: qualche anno fa un decreto simile fu emanato anche dal vescovo di Sulmona -Valva, Michele Fusco, poi altre Diocesi lungo l’Italia ne hanno seguito l’esempio.

Gli Uffici liturgici e catechistici delle Diocesi di Teano-Calvi, Alife-Caiazzo e Sessa Aurunca “avranno il delicato compito di monitorare, durante tale triennio, l’andamento della nuova prassi e, contemporaneamente, di studiare possibili nuove forme di accompagnamento, che recuperino il vero senso ecclesiale dell’ufficio del Padrino e della Madrina”. A decorrere dal 9 aprile, Pasqua di Risurrezione, sarà quindi “esecutiva la nuova normativa riguardante la figura dei Padrini e delle Madrine. Nell’intero territorio delle tre Diocesi sorelle, in via sperimentale e per la durata di un triennio, i Sacramenti del Battesimo e della Confermazione saranno celebrati esclusivamente senza i Padrini o le Madrine, la cui presenza è indicata già dal Codice di Diritto Canonico come non obbligatoria”.

Dalla data di entrata in vigore, comunque, “sarà possibile, in deroga a tale norma, ammettere la presenza dei Padrini e delle Madrine nella celebrazione dei Sacramenti fino al 28 maggio 2023, Solennità di Pentecoste, esclusivamente per le celebrazioni già fissate nel calendario delle singole comunità”. La nota prende in considerazione anche l’ipotesi che la nuova prassi possa dare il via a una sorta di turismo sacramentale e precisa che “ai parroci è lasciata la facoltà di rilasciare o meno il nulla osta per la celebrazione dei Sacramenti del Battesimo e della Cresima al di fuori del territorio diocesano; il Vescovo raccomanda, tuttavia, che esso sia concesso per giusta motivazione, come previsto dal Codice, e per ragioni non connesse alla presenza dei Padrini e delle Madrine”.

“Sarà comunque possibile rilasciare attestazione di idoneità per coloro che dovranno svolgere l’ufficio di Padrino o Madrina in territorio extra-diocesano, ove tale ufficio non risulta sospeso e solo in presenza dei requisiti richiesti e in assenza di impedimenti”, conclude la nota.

Pubblicato da edizioni24

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