Cardito: questione ex Lsu finisce in tribunale, la Cisl fp di Napoli denuncia il Comune di Cardito

By Stefano Andreone

Sono arrivati ai ferri corti la Cisl Fp di Napoli e il Comune di Cardito. Questo è quanto si evince dalla nota Cisl Fp di Napoli, in merito alla problematica sulle mancate stabilizzazioni degli ex Lsu, ecco il duro affondo del segretario genareale Luigi D’Emilio: “E’ incredibile solo immaginare come si possa approvare ad adottare un provvedimento del genere nei confronti di pubblici dipendenti con un trattamento economico di 400 euro al mese, abbondantemente sotto la soglia di povertà, mentre nel frattempo lo stesso sindaco stabilizza altri 8 lsu, inquadrandoli in categoria B1conuntrattamento economico pari al 75% dello stipendio previsto dal contratto contro il 33% dei 47 addetti alla raccolta rifiuti. Probabilmente questi ultimi sono figli di un dio minore”.

La vicenda si trascina ormai da diverso tempo. Ad aprile 2021 vengono stabilizzati 67 lavoratori socialmente utili. Di questi, 47 vanno all’ambiente, gli altri 20 negli uffici. Lo stipendio è pari a 400 euro (in pratica la somma messa a disposizione dallo Stato per assumerli). Il Comune di Cardito – continua – come tanti enti locali, anziché aggiungere a questa somma una integrazione che già veniva attribuita per gli straordinari, eroga i soldi ad una ditta privata. Il sindacato chiede di destinare invece queste risorse al personale ormai interno, alzando la percentuale di retribuzione salariale al 50%, ma non riceve risposte.

Non bastasse questo, gli addetti non vengono forniti nemmeno dei dispositivi di protezione individuale previsti dalla legge per la raccolta dei rifiuti, e qualcuno subisce anche infortuni. A quel punto il sindacato proclama lo stato di agitazione. Per tutto risposta, il Comune replica con un primo procedimento disciplinare. La Cisl si rivolge alla prefettura per il tentativo di conciliazione, e si tiene un primo incontro a cui partecipa il capo del personale di Cardito, che prende il solo impegno di tenere una riunione presso l’ente locale, tuttora non fatta. I lavoratori entrano in sciopero, e vengono sospesi per 5 giorni. Prima della conclusione con relativa sanzione dei procedimenti disciplinari, arriva per gli stessi motivi una seconda contestazione, richiamando la recidiva. “Ovviamente – aggiunge D’Emilio – chi non partecipa più alla lotta riceve in premio ore di straordinario. Un atteggiamento vendicativo, che non può essere messo in campo da chi ha incarichi istituzionali. Ma non ci meravigliamo più. ora deciderà il giudice”.

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