Campania, Emilia Romagna e Molise tornano in zona arancione, l’incubo continua. La Confesercenti alza la voce

Zona arancione per Molise, Campania ed Emilia Romagna da domenica, con regole e misure più restrittive per contrastare la diffusione del coronavirus. Lo prevede una nuova ordinanza, che andrà in vigore a partire da domenica e che il ministro della Salute, Roberto Speranza firmerà in giornata sulla base dei dati e delle indicazioni della cabina di regia.

Lo aveva anticipato il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, rispondendo ai giornalisti a margine di un appuntamento a Salerno. “Migliaia e migliaia di persone in mezzo alle strade. Nessun rispetto delle regole. Chi controllava? Qui ormai il controllo in Italia non esiste più, nessuno controlla più nulla, dovremo contare solo sul senso di responsabilità dei cittadini. Ma in questi fine settimana che abbiamo alle spalle di senso di responsabilità ne abbiamo visto molto poco. Era inevitabile tornare in zona arancione e poi in zona rossa”.

“La Campania sta lavorando con una manifestazione d’interesse per reperire qualche milione di vaccini sul piano internazionale, senza fare propaganda sgangherata. Per quello che ci riguarda – aveva aggiunto De Luca – stiamo lavorando per procurarci i vaccini necessari. Il dato drammatico è che non abbiamo i vaccini necessari, è il limite più grande che registriamo nella politica nazionale anti Covid”.

“Gli imprenditori campani sono allarmati e disorientati. Secondo noi non si risolve così il problema dei contagi: dal nostro punto di vista o si conferma la zona gialla o meglio passare direttamente a quella rossa, con la chiusura delle attività e ovviamente con il sostegno dei ristori. La verità è che il problema degli assembramenti non lo risolviamo senza controlli più rigidi”. Lo dichiara Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti Campania, commentando il passaggio della Campania in zona arancione da domenica.

“In ogni caso – aggiunge Schiavo – è inaccettabile che queste decisioni vengano prese sempre all’ultimo momento. Non è possibile che il cambiamento dello status lo si stabilisca il venerdì per la domenica o per il lunedì. I ristoratori acquistano i prodotti almeno due giorni prima, non è possibile pensare che l’approvvigionamento dei prodotti per la domenica venga fatta il sabato, altrimenti la qualità sarebbe scadente. Ci auguriamo che il governo Draghi in futuro sia più tempestivo e deciso nelle scelte, le decisioni last minute provocano ulteriori danni economici alle attività”.

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