Campagna elettorale, Macron indagato per finanziamento illegale: lo rivela Le Parisien

Piomba sulla Francia una notizia molto imbarazzante per il presidente: «Macron indagato per finanziamento illegale della campagna elettorale». E’ quanto riporta il quotidiano Le Parisien: il presidente francese sarebbe nel mirino dei magistrati con le accuse di “favoritismo” e “finanziamento illegale della campagna elettorale” in relazione al voto del 2017. In particolare, riporta il quotidiano, la Procura nazionale finanziaria ha incaricato tre giudici istruttoriaffinché facciano luce sulle condizioni in cui sono stati assegnati alla società americana McKinsey alcuni contratti pubblici per “importi colossali”, recita l’articolo subito rilanciato dal Corriere.it.

Le indagini riguarderebbero i legami tra Macron e la società McKinsey, che avrebbe finanziato in maniera occulta la campagna elettorale di quell’anno e a cui sarebbero state assegnate consulenze a condizioni poco limpide. Le Parisien riferisce che l’inchiesta è stata aperta dopo le indagini condotte su un altro fascicolo aperto la scorsa primavera per “riciclaggio aggravato di frode fiscale”. Tutto sarebbe cominciato – leggiamo dal sito del Corriere – quando nel marzo scorso è stato pubblicato un rapporto della Commissione d’inchiesta del Senato; nel quale si denunciava il riscorso massiccio da parte del governo alle società di consulenza. Il documento concentrava l’attenzione tra il 2018 e il 2021: periodo durante il quale le commissioni erano “più’ che raddoppiate”; fino a raggiungere una spesa da un miliardo di euro lo scorso anno.

Entrando nello specifico, un comunicato della procura nazionale finanziaria (Pnf) ha confermato l’apertura di due informative giudiziarie: il 20 e 21 ottobre, sulle “condizioni d’intervento di società di consulenza nelle campagne elettorali 2017 e 2022”. In seguito “a numerose segnalazioni e denunce di eletti e privati”.  Le inchieste riguardano “una possibile tenuta non conforme dei conti della campagna” e possibili “favoritismi”. Per quanto non sia citato nel comunicato del procuratore finanziario della Repubblica, Jean Francois Bonhert, l’unico responsabile politico incriminato nel dossier è Macron. Ma il presidente, ricorda le Figaro, gode dell’immunità totale e assoluta connessa al suo stato. E non può essere ascoltato in qualsiasi procedura per tutta la durata del suo mandato. Dall’entourage di Macron, riferisce il giornale, arriva un secco no comment.

Già il 31 marzo era stata aperta una inchiesta preliminare per “riciclaggio aggravato da frode fiscale” nei confronti della società di consulenza americana McKinsey.  Alla società veniva contestato di non aver pagato tasse in Francia. Oltre al fatto che i contratti con lo Stato erano “più che raddoppiati” fra 2018 e il 2021, raggiungendo l’anno scorso un miliardo di euro. La notizia diffusa da Le Parisien è una tegola per Macron, già nel mirino delle opposizioni per l’acceso braccio di ferro con l’Italia sulla questione migranti e ong. Lui non ha una maggioranza solida. E questa indagine che lo riguarda rischia di minarne ancor più il consenso del presidente. Il capo dell’Eliseo ha perso la maggioranza assoluta in Parlamento non sembra all’orizzonte la possibilità di ottenerla attraverso nuove alleanze. Propio un momentaccio per il suo ingombrante ego…

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