Caivano, sulla morte di Maria Paola Gaglione: “il disprezzo di alcuni nani mentali contro i trans, non finirà mai”

GAETANO DANIELE

Siamo nel 2020, ma viviamo in un epoca dove un virus ha messo in ginocchio il mondo, e un coglione ha ucciso la sorella solo perché diversa nei propri sentimenti. Solo perché amava un’altra donna. A volte un oscuro episodio di cronaca nera conta di più rispetto ad un trattato sociologico al fine di capire in che era viviamo. Quello che è successo alla mia concittadina (caivanese) tra venerdì e sabato fa capire realmente in che Paese viviamo. Altro che libro dei sogni che qualche fallito della politica tenta di raccontare ai caivanesi. Ma questo è un altro discorso.

Ecco cosa è accaduto. Una ragazza, Maria Paola Gaglione, (pace all’anima sua) si innamora di una donna che è diventata uomo, una o un trans. Le due persone si frequentano stabilmente da un paio d’anni. Chi ragiona in modo normale dice: «Affari loro, ciascuno in campo sentimentale e sessuale si comporta come gli pare». Io in particolare non ho nulla contro le lesbiche. L’unica cosa che non condivido del loro mondo sono quelle sfilate dove si mostrano nude. E non condivido affatto che possano adottare o crescer dei bambini. Per il resto, sono esseri umani come noi e quindi liberi di amare chi vogliono.

Tra le altre il fratello adulto (sposato) di Maria Paola, Michele, non tollera che la sorella abbia una relazione con il trans, Ciro, e desidera darle una lezione affinché la smetta di avere un rapporto col suddetto. Il wappo è talmente arrabbiato con la sorella che decide di inseguirla in moto mentre questa su uno scooter accompagna la sua fidanzata a casa. La raggiunge e la sperona facendola cadere e ruzzolare. Ella sbatte ferocemente la gola contro un tubo e in pochi istanti muore. Ma l’ira del wappo si accanisce sul trans e lo riempie di botte. Ovviamente Michele finisce in carcere. In un primo momento l’accusa è di omicidio preterintenzionale, vedremo se si trasformerà in omicidio volontario.

Nel frattempo prendiamo atto che si tratta di un delitto tra i più odiosi. Ci domandiamo che cosa importasse all’assassino se la sorella si fosse innamorata in origine del suo stesso sesso. Non erano affari suoi, doveva sapere che ciascuno, congiunti inclusi, ha il diritto di scegliersi il partner che più gli aggrada. Ma in questo caso almeno subentra un problema di mentalità. C’è in giro ancora gente, come Michele, la quale pensa che un parente debba sottostare a regole familiari antiquate, che non ammettono né l’omosessualità né la transessualità.

Maria Paola, secondo costui, doveva subire una punizione destinata a farle cambiare tendenza. Roba da pazzi. Assurdo. Tamponare lo scooter della ragazza è stato un atto di tale violenza che non può essere giustificato nemmeno dal più squallido moralismo. La povera signorina ci ha rimesso le penne, Ciro si è preso dei cazzotti ed ha perso la fanciulla con la quale divideva l’esistenza e ora Michele marcirà in carcere. Il tutto perché Maria Paola amava un individuo che egli disapprovava. Siamo alla follia. Per combattere la quale non basta una nuova legge, bensì servono i vecchi manicomi. Solo così possiamo liberarci a monte di personaggi come Michele.

E di coglioni come Michele, in giro, ce ne sono ancora molti.Troppi.

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