By Lodovica Bulian
Un veterano dei servizi segreti, con più di vent’anni di esperienza sulle spalle. È questo, per ora, tutto ciò che si sa di «Foga415», lo 007 in forza all’Aisi che compare nelle carte milanesi sulla fabbrica dei dossier. A indicare con una certa precisione la data dell’ingresso in servizio della talpa c’è il numero 415, numero progressivo assegnato alle utenze di ogni dipendente dei servizi di intelligence in base alla data dell’arruolamento. Foga415 è entrato negli organici tra il 2002 e il 2004. Per entrare nelle banche dati usa come nickname «Lanza», che corrisponde a una via dove si trovava una sede romana del Sisde.
Foga415 compare nell’informativa come responsabile dell’accesso abusivo commesso il 7 luglio 2022 sul nome di Simona Gelpi, giornalista e pr che è nel mirino anche delle spiate di Equalize, l’azienda di Enrico Pazzali e Carmine Gallo. Nelle loro conversazioni, Pazzali e Gallo attribuiscono l’incarico di scavare sulla Gelpi a Licia Ronzulli, senatrice di Forza Italia, che ieri spiega agli inquirenti con dovizia di dettagli di non saperne niente. Diventa importante, a questo punto, capire perché gli spioni di Equalize e un agente dell’Aisi convergessero i loro interessi sulla Gelpi. Ancora più interessante è capire quanti altri accessi abusivi abbia effettuato Foga415, visto che nella informativa finale dei carabinieri di Varese viene definito «un altro utente ricorrente negli accertamenti svolti fino ad oggi».
Ma non è tutto. Di appartenenti e ex appartenenti all’intelligence pullulano le carte dell’inchiesta milanese. Di alcuni i nomi sono emersi, di altri no, sia Gallo che il suo vice Samuele Calamucci vantano (o forse millantano) trascorsi nei servizi, la presenza di 007 negli uffici di Equalize in via Pattari viene ripetutamente rilevata. La commistione tra spioni privati e pezzi delle agenzie è così allarmante che nei giorni scorsi dai vertici dell’Aisi è partita una lettera a tutti i centri territoriali del servizio con una richiesta precisa: indicare in tempi stretti quali, tra le centinaia di nomi che compaiono nelle carte dell’inchiesta milanese, ha intrattenuto rapporti con loro. È un accertamento necessario per capire quanto profonda sia la breccia che si è aperta nel muro che dovrebbe separare le attività istituzionali di intelligence dallo spionaggio privato.
Tra i nomi che il centro Aisi di Milano dovrà spiegare a Roma di conoscere bene c’è sicuramente Enrico Pazzali, il presidente della Fiera e padrone di Equalize, ieri dimissionario dal cda della Bocconi. Non solo perché gli 007 facevano visita a lui e a Gallo in via Pattari, ma anche perché Pazzali ricambiava la visita spesso e volentieri. Nella sede milanese di Aisi (un ufficio di proprietà della Regione Lombardia, a poca distanza dal grattacielo che ospita il presidente Attilio Fontana e i suoi assessori) Pazzali è stato visto più volte, e la sua fuoriserie faceva mostra di sé nel parcheggio riservato alle «barbe finte».
Si tratta dello stesso ufficio dove fino a poco tempo fa era attiva una sotto-sezione dei servizi segreti, alle dipendenze del Ref, il reparto economico finanziario dell’Aisi, specializzata anche essa in intercettazioni preventive, e diretta da un responsabile che riferiva direttamente a Roma. La sotto-sezione di Milano pare tra le più attive nell’aumentare a dismisura le attività di intercettazione, fino a quando nella primavera scorsa il nuovo pg di Roma, Gimmi Amato, ha ordinato ai servizi segreti di ridurre al minimo indispensabile le attività di ascolto.
Ma per mesi, nel lasso di tempo al centro dell’inchiesta, intercettatori dei servizi e intercettatori abusivi hanno avuto rapporti stretti di conoscenza e forse di collaborazione. La natura di questi rapporti è uno dei misteri che l’indagine del procuratore Viola e dei suoi pm vuole disvelare.