40 mila euro al dì, 160 euro per migrante, mentre gli italiani soffrono miseria e disoccupazione Col coronavirus sbarcati sulle nostre coste grazie a M5s, Pd e Ong

L’emergenza migranti ha un costo pesante per l’Italia. Che continua a crescer, grazie al M5s, al PD e alle iOng che continuano ininterrotti a portare migranti nonostante il vvirus.

Partendo dal 2017 – spiega il Def appena approvato dal Governo – abbiamo speso 4,3 miliardi e quest’anno il conto per l’accoglienza potrebbe diventare ancora più salato raggiungendo i 5 miliardi.

Ma il Documento di economia e finanza va oltre la contabilità immediata pubblicando una simulazione che ribalta almeno nel lungo periodo l’impatto negativo sui conti pubblici dell’immigrazione, stimando che un calo del 33% dei flussi migratori – necessari a fronte di un continuo invecchiamento della popolazione – farebbe aumentare il debito pubblico entro il 2070 di ben 22 punti di Pil.

Il Governo ha calcolato che la spesa per le operazioni di soccorso, assistenza sanitaria, accoglienza e istruzione ha raggiunto nel 2017 quota 4,3 miliardi (lo 0,25% del Pil). Quale sarà l’impatto quest’anno? «Considerando una perdurante capacità nel frenare gli arrivi, la previsione di spesa da sostenere nel 2018 è compresa tra 4,6 e 5 miliardi», Cifre mostruose che tendono ad aumentare di anno in anno, fino ad oggi.


E tornando ai giorni d’oggi con un virus che circola ancora e che si chiama corona virus, la situazione è diversa.

Infatti accogliere migranti e mantenerli non soltanto non è un dovere, come la sinistra ci vorrebbe fare credere, ma è addirittura un lusso che non possiamo permetterci. Tanto più oggi, sia perché stiamo attraversando un periodo di crisi, destinata ad approfondirsi nei prossimi mesi, sia perché l’accoglienza è diventata più salata proprio a causa della pandemia.

Ai costi standard di vitto e alloggio a cui i contribuenti fanno fronte da lustri occorre aggiungere adesso quelli relativi all’assistenza sanitaria, che comprendono esami clinici (ripetuti più e più volte), cure mediche, farmaci.

A queste uscite vanno sommate le spese per la sorveglianza 24 ore su 24 da parte dei militari delle strutture in cui vengono ospitati gli extracomunitari, i quali, qualora violassero l’obbligo di isolamento, diffonderebbero il contagio in una Italia ammaccata che ha da poco superato la tempesta.

Ci sono poi le navi-quarantena, a cui l’esecutivo intende fare sempre più ricorso in seguito alle proteste che in questi giorni hanno infiammato le regioni meridionali, le quali si oppongono allo sbarco sul loro territorio di individui contagiati, quindi vettori di infezione.

Ieri il ministero dei Trasporti ha pubblicato un avviso per la «presentazione (entro le 24 del 16 luglio) di manifestazioni di interesse per il servizio di noleggio di unità navali battenti bandiera italiana e/o comunitaria funzionali all’assistenza e sorveglianza sanitaria dei migranti soccorsi in mare o giunti sul territorio nazionale a seguito di sbarchi autonomi nell’ambito dell’emergenza relativa al rischio sanitario da agenti virali trasmissibili».

Tutto questo ambaradan significa che chi ci governa non ha alcuna intenzione di arrestare l’invasione del Belpaese condotta da soggetti che provengono da Stati in cui non è in corso alcuna guerra ma dove dilaga il corona. La spesa prevista per la permanenza a bordo di 285 persone, di cui 250 migranti, per un periodo di 101 giorni, è pari a 4.037.475 milioni più Iva.

Si tratta quindi di 40 mila euro al dì, 160 euro per migrante, mentre gli italiani soffrono miseria e disoccupazione.

A questi costi bisogna unire i 310 milioni di euro che il Viminale ha stanziato in questi giorni al fine di rafforzare il programma necessario per i funzionari volto ad attivare l’iter di riconoscimento della cittadinanza italiana. In questo caso non è stato fatto alcun tipo di bando pubblico. Non è tutto: ci sono pure i 7 milioni di euro per affidare ai mediatori culturali progetti contro la vulnerabilità sociale e psichica degli immigrati e per impartire loro le basilari regole per la cura della salute. Mettiamoci anche i 110 milioni per la proroga di una parte dei progetti Siproimi (sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e per minori stranieri non accompagnati) e i 102 milioni per le organizzazioni no-profit (per fortuna sono no-profit) che localmente si occupano di integrazione.

Pubblicato da edizioni24

Pubblicato da ith24.it - Per Info e segnalazioni: [email protected]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.