Brusca, le finte lacrime e il vittimismo da 4 soldi sono da voltastomaco, da vero “Porco”: “Chiedo scusa ai familiari delle vittime” (video)

Lo stragista, “U vurru” (il porco), ora rimesso in libertà, cinque anni fa piangeva lacrime di coccodrillo. ”Chiedo scusa, perdono, a tutti i familiari delle vittime, a cui ho creato tanto dolore e tanto dispiacere”. Passamontagna nero e occhiali scuri a nascondere il volto ”per motivi di sicurezza”, Giovanni Brusca chiedeva ”perdono” in una intervista del 2016 con il regista-documentarista francese Mosco Levi Bocault per il film ‘Corleone‘, che racconta attraverso interviste e filmati d’archivio l’ascesa di Totò Riina ai vertici di Cosa nostra. Le dichiarazioni in video di Brusca sono diffuse dai siti del Corriere della Sera e della Stampa (video)

”Ho cercato di dare il mio contributo, il più possibile – aggiunge il killer che azionò il telecomando per la strage di Capaci riferendosi al suo essere diventato collaboratore di giustizia – e dare un minimo di spiegazione ai tanti che cercano verità e giustizia. E chiedo scusa principalmente a mia moglie e a mio figlio che per causa mia hanno sofferto e stanno pagando anche indirettamente quelle che sono state le mie scelte di vita, prima da mafioso e poi da collaboratore di giustizia perché, purtroppo, nel nostro Paese chi collabora con la giustizia viene sempre denigrato, disprezzato. Credo, invece, che sia una scelta di vita importantissima, morale, giudiziaria ma soprattutto umana perché consente di mettere fine a questo, che io chiamo Cosa nostra, una catena e una fabbrica di morte, né più né meno. Un’agonia continua”.
La sua, più che una confessione, più che un pentimento, è un atto di resa allo Stato per ottenerne magari vantaggi, che oggi, a distanza di cinque anni, per questo o per altri motivi ha ottenuto.

Il pentito Giovanni Brusca, l’ex boss di San Giuseppe Jato, che cinque anni aveva chiesto scusa, aveva lasciato ieri il carcere. Ha finito di scontare la pena e da oggi l’ex killer di Cosa nostra che il 23 maggio 1992 azionò il telecomando per la strage di Capaci è un uomo libero.  Brusca è stato scarcerato per effetto della legge del 13 febbraio del 2001grazie alla quale per lo Stato italiano ha finito di scontare la propria pena detentiva. Avendo scelto di collaborare con la giustizia ha ottenuto gli sconti di pena previsti dalla legge.

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