Toni Capuozzo su Fb posta un video sconcertante: si vede il fratello dell’ ex presidente Ghani fare il voltagabbana e giurare fedeltà ai talebani. “Voltagabbana, resistenti, sopravvissuti”, titola il post il gioranalista Mediaset, grande esperto di politica estera, osservatore attento. Sia in tv che sui social fornisce notizie e video spesso in anteprima per documentare quanto sta accadendo in Afghanistan. E’ una fonte di prim’ordine. Nelle immagini si vede il fratello dell’ex presidente Ghani, attualmente capo del Gran Consiglio di Kuchis, che celebra il sodalizio con i miliziani. E’ al cospetto del leader talebano Khalil Haqqani. Su quest’ultimo – tra i leader talebani più ricercati al mondo, anche per i presunti legami con al-Qaeda – pende una taglia di 5 milioni di dollari messa dagli Stati Uniti. Lo riferisce il sito Open.
“Come in ogni ‘ribaltone’ l’umanità, anche quella afghana, offre un vasto campionario di comportamenti- scrive- . Il fratello del presidente fuggiasco Ghani ha giurato, in queste immagini, fedeltà ai talebani. Tremiladuecento militari dell’esercito afghano si sono uniti, in Panshir, ai tagjki di Ahmad Massoud, in quello che resta un lembo libero di Afghanistan. I talebani – scrive Capuozzo- avrebbero concordato con l’Iran la restituzione di qualche migliaio di militari che avevano disertato per riarruolarli. E’ interessante notare che non ci sarebbero stati incidenti nel giorno dell’Ashura: la celebrazione scita che ricorda, con autoflagellazioni, il sacrificio di Alì (gli hazara afghani sono sciti, come l’Iran, e i talebani sono stati in passato loro feroci persecutori). Al Qaeda ha espresso la sua posizione con un documento: celebra più la sconfitta USA che la vittoria talebana (è una vittoria del jihad, dice); e sostiene che tutto questo darà vigore al jihad globale, dal Sahel al Medio”.
Hashmat Ghani, il fratello minore del dimissionario presidente afghano, avrebbe giurato fedeltà ai talebani secndo quanto mostrea il video. Ricordiamo che l ‘ex presidente Ghani, fuggito negli Emirati Arabi Uniti, solo pochi giorni fa aveva detto: “Mi sto attualmente consultando per tornare in Afghanistan e combattere per la sovranità dell’Afghanistan. Tornerò presto”. Si era difeso dall’accusa di essere andato via con un gran bottino e si e giustificato: “Non volevo che da Kabul iniziasse un bagno di sangue come in Siria o nello Yemen. Con tale disastro rimane difficile credergli, in un contesto in cui tra voltagabbana, resistenti e sopravvissuti è difficile districarsi
