By Gaetano Daniele
Adesso non si scherza più. Luca Palamara è passato dalle pseudo minacce ai fatti. Palamara non ha gradito di essere escluso dall’Anm senza neanche essere ascoltato. L’ex membro del Csm trascina nello scandalo che lo vede indagato per corruzione anche i colleghi.
Tra questi Eugenio Albamonte, suo successore all’Anm. È lui infatti il primo a minacciare querele per le allusioni di Palamara relative a cene con l’ex presidente dem in commissione giustizia, Donatella Ferranti. Ma non solo, perché figurano anche il segretario Anm, Giuliano Caputo, secondo Palamara inserito nel sistema di correnti che decideva le nomine.
Ma i legali di Palamara replicano alle minacce di querela da parte dei nominati: “Non vediamo cosa ci sia di diffamatorio nelle dichiarazioni del nostro assistito. Sarà comunque un’occasione di chiarimento. Piuttosto ci si dovrebbe seriamente interrogare sul trattamento ricevuto dal dottor Palamara, privato di difesa e di come il trojan non abbia carpito nulla di rilevante”.
Ma tra i nomi citati da Palamara, c’è anche chi non sembra preoccuparsi più di tanto come Giuseppe Amato, che contesta “chi vede solo lottizzazione nel Csm. Al contrario i parametri sono ben scadenzati e vedono il coinvolgimento di tutti, compreso il ministro della Giustizia che deve dare il suo concerto”.
Ma stando a quanto promette, le rivelazioni di Palamara non sono affatto finite. Infatti le toghe coinvolte sarebbero 20. Anche se il numero e2destinato a salire.
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