E quando meno te lo aspetti, quando tutti i sondaggi davano Stefano Bonaccini quale successore di Nicola Zingaretti alla guida del PD, ecco che i sogni iniziano a sciogliersi come neve al sole. Si, perché la sfida tra l’emiliano Bonaccini e il Ligure Orlando, furioso, dà vincitore quest’ultimo.
Non si sa ancora quando, ma nel momento in cui la corsa nel Pd si aprirà, la sfida, è la voce insistente tra i dem, sarà tra Stefano Bonaccini e Andrea Orlando, rispettivamente governatore dell’Emilia Romagna e vicesegretario del PD.
Per il momento le pedine sono ferme perché non si sa quando la partita ci sarà. Ma gli spostamenti, le trattative, le basi per nuove alleanze, i ragionamenti sul futuro sono cominciati.
La prima è che Nicola Zingaretti non intende, per ora, convocare alcun congresso anticipato. Per la pandemia, per la fragilità del governo, perché non c’è motivo di mettersi in discussione e nessuno, del resto, osa sfidarlo in questo momento. Nonostante la sia linea sia fallimentare su tutto. Non a caso i riflettori sono tutti accesi su Roma, legati al Covid-19.
L’occasione che potrebbe riaprire i giochi prima del tempo, però, potrebbe presentarsi in autunno. E si chiama rimpasto.
O nella migliore delle ipotesi, ciò che sognano gli italiani, le elezioni. Anche se a guardare i Grillini, ormai sottomessi al PD, e attaccanti allo stipendio e alla poltrona, pare sia una possibilità da escludere.