Il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, non lascia, raddoppia: attacca ancora il governo con parole aspre che accendono ancora di più lo scontro dopo le botte sui poliziotti in piazza nel sabato antagonista del 9 novembre. In un’intervista al Fatto Quotidiano la spara davvero grossa e punta il dito contro Giorgia Meloni e il governo: “Hanno lanciato un bengala sulla campagna elettorale”. Parole gravissime che insinuano l’ipotesi di un piano preciso, già smentito con fermezza dal ministro Piantedosi.
“Il ministero dell’Interno spieghi chi è che ha cambiato la decisione e perché. È doveroso verso la città. E anche perché esattamente un’ora dopo la manifestazione tutto il governo ha iniziato a fare dichiarazioni contro la nostra città. “Zecche rosse”, “addosso ai centri sociali”, “sinistra connivente con i movimenti”, aggiunge Lepore in un’intervista al Fatto.
Poi insiste: “Quelle 300 camicie nere ci sono state, con le svastiche, le note di Faccetta nera, il passo dell’oca. Si tratta di un oltraggio alla città che nessuno potrà rimuovere. Qualcuno si assuma questa responsabilità, perché noi non siamo disponibili a tutto. Questa è la città del 2 agosto e dopo 44 anni c’è una sentenza, che dice che in quella strage c’erano gli esponenti di tutte le sigle neofasciste dell’epoca. Queste formazioni vanno bandite e chiuse”. Il tutto senza mai dire una parola sugli agenti feriti, colpiti a tradimento, dagli antagonisti…