Bassetti asfalta Crisanti: “Tutte le droghe provocano danni”. E gli ricorda: “Sei un medico…”

«Un medico dovrebbe essere sempre contro le droghe». Matteo Bassetti ha commentato così le parole di Andrea Crisanti, il virologo ora candidato col Pd, che si è detto favorevole alla legalizzazione delle droghe leggere. «Io – ha chiarito Bassetti – sono sempre stato contro ogni tipo di droga a scopo ricreativo, sociale e ludico. Avendo visto i danni diretti della droga pesante, e quelli indiretti (trasmissione attraverso le siringhe di epatite B, C e Hiv), un medico dovrebbe sempre essere contro tutte le droghe».

«Ogni droga ha effetto sul nostro sistema nervoso (e non solo) e porta a dipendenza. Essendo io un medico, sono e sarò sempre contro ogni tipo di legalizzazione», ha quindi precisato il primario di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, parlando con l’agenzia di stampa Adnkronos.«Non dimentichiamoci – ha proseguito Bassetti – che le droghe leggere sono spesso anticamera delle droghe pesanti. Cosa facciamo, oggi approviamo la marijuana e domani la cocaina? Mi sembra un’uscita elettorale alquanto infelice, soprattutto se uscita da un medico».

È stato poi su Facebook che Bassetti ha commentatoi nuovi lockdown in Cina «Ci sono nuovamente (e quasi ininterrottamente da ormai 3 anni) decine di milioni di persone in lockdown in Cina. Questa volta tocca a città industriali come Shenzhen, Guangzhou, Dalian, Chengdu e Shijiazhuang». Questo «è un monito forte che dovrebbe arrivare anche a chi, in Italia, ha a lungo sostenuto restrizioni, chiusure e “tamponifici”», ha commentato il medico, ricordando che «il Covid si affronta a viso aperto con gli strumenti con cui abbiamo sempre combattuto le malattie infettive: prevenzione e cura. Niente altro».

L’esperto, quindi, ha definito la strategia “zero Covid” una «politica fallimentare e anti-scientifica, portata avanti anacronisticamente dal governo cinese. Anche l’Anbound Research Center, una organizzazione cinese, ha pesantemente criticato questa strategia concludendo la sua posizione così: “È tempo che la Cina adegui le sue politiche di controllo e prevenzione dei virus”».

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