Anni di piombo, sinistra “preoccupata” per la commissione d’inchiesta. Rampelli: “La verità fa paura?”

«Che succede a sinistra? Ha improvvisamente paura della verità sugli anni ‘70 e la strategia della tensione?». A chiederselo è il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, di fronte alla conferenza stampa, promossa dal Pd e alla quale hanno partecipato alcune associazioni vittime delle stragi, contro la sua proposta di legge per l’istituzione di una Commissione d’inchiesta parlamentare sugli Anni di Piombo. Una iniziativa che può portare un contributo importante alla comprensione di quella stagione, intorno alla quale restano ancora troppi punti oscuri e, soprattutto, troppe vittime senza giustizia, ma che secondo i promotori della conferenza stampa sarebbe invece «un’operazione politica» per «riscrivere la storia».

Alla conferenza stampa, che si è svolta nella sala stampa della Camera, hanno partecipato il deputato Pd Andrea De Maria; il presidente della Associazione dei familiari delle vittime della strage del 2 agosto, Paolo Bolognesi; il presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime della strage di Piazza della Loggia, Manlio Milano; il presidente dell’Associazione Familiari delle Vittime di Piazza Fontana, Federico Sinicato; e l’immancabile Anpi, rappresentata dal presidente nazionale, Gianfranco Pagliarulo. De Maria è arrivato a dirsi «preoccupato» per l’istituzione di un organismo parlamentare come la Commissione d’inchiesta e a chiedere il ritiro della proposta di legge, invocando «un sussulto di responsabilità del primo firmatario».

«Trovo davvero grave che nel tempio della democrazia si sia svolta una conferenza stampa contra personam, oltretutto contro il vicepresidente della Camera. Penso si tratti della prima volta», ha commentato Rampelli, sottolineando che «questo dimostra scarso interesse per la ricerca della verità storica, posto che molte vittime non hanno avuto e non avranno mai la giustizia dei Tribunali». «Quello che gli organizzatori della surreale conferenza stampa contro di me non capiscono – ha quindi proseguito l’esponente di FdI – è che la mia proposta di legge non riguarda le vittime di una parte politica, i militanti di destra, alcuni ancora bambini uccisi e rimasti senza colpevole, ma anche le vittime di sinistra rimaste senza responsabili».

Rampelli, quindi, ha dovuto anche «fare presente che, trattandosi di una commissione parlamentare, ne faranno parte deputati e senatori di tutte le componenti politiche» e ha spiegato che «la fonte d’ispirazione di questo atto è senz’altro il dolore di tante famiglie che hanno perso i propri figli innocenti negli anni ‘70 o che sono state costrette a vivere in semiclandestinità, ma sono anche le prese di posizione congiunte di tante personalità del mondo della cultura e della politica: Francesco Rutelli, Valter Veltroni, artefici di concreti gesti di pacificazione con la concessione di un immobile all’associazione intitolata ai fratelli Mattei e l’intitolazione di un viale di Villa Chigi a Paolo Di Nella. Pietro Folena, con la sua proposta di istituire un Museo sulle vittime della violenza politica, il presidente della Repubblica Sandro Pertini, che andò a trovare Paolo Di Nella in ospedale poche ore prima della sua morte, Adalberto Baldoni, Sandro Provvisionato, Massimo Cacciari».

«Che succede dunque a sinistra da giustificare questa retromarcia, una vera imbarazzante “gamberata”? Ha improvvisamente paura della verità sugli anni ’70 e la strategia della tensione?», ha quindi domandato Rampelli, sottolineando «per l’ennesima volta che lo scopo della commissione sugli Anni di Piombo non è indagare sulle stragi – quella c’è già stata, era presieduta da un senatore di sinistra e ha fatto un ottimo lavoro – ma una commissione con lo scopo di portare nuovi elementi conoscitivi per dare almeno una verità storica a quelle centinaia di ragazzi innocenti che non portano nomi illustri e non hanno avuto una giustizia». «Non ritirerò proprio nulla, semmai – ha quindi chiesto il vicepresidente della Camera – Enrico Letta scenda in campo, tiri le orecchie ai suoi deputati per questa improvvisa presa di posizione e corregga il tiro. Sono pronto a rivedere il testo secondo i suoi consigli e quelli di tutti, senza alterare l’obiettivo finale: svelare – ha concluso – la verità su quegli anni terribili di guerra civile strisciante».

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