Anarchici senza freni: “Fuori Alfredo dal 41-bis”. Occupata anche la Statale di Milano

Dopo l’universita La Sapienza di Roma, quest’oggi è stato occupato un altro ateneo. Si tratta dell’università Statale di Milano, dove i collettivi hanno abusivamente preso possesso del chiostro Farmacia, “in solidarietà alla lotta contro il 41-bis ed ergastolo ostativo, rinvigoritasi con sempre maggior forza grazie allo sciopero della fame a oltranza intrapreso da Alfredo Cospito, prigioniero anarchico, dal 20 ottobre 2022″. Questo si legge nel documento rilasciato per rivendicare l’azione in vista del corteo di sabato prossimo a Milano per il quale si temono disordini, com’è accaduto a Roma lo scorso weekend.

Nella loro lettera, gli occupanti dichiarano: “Dopo oltre cento giorni di sciopero, ci siamo presi il chiostro Farmacia, luogo lasciato normalmente chiuso per chi vive l’università e viceversa aperto solo in occasione di un evento commerciale come il Fuorisalone”. Ancora una volta, un manipolo di studenti che non rappresentano la comunità, ha deciso di fare propria la lotta di centri sociali e anarchici, pianificando un corteo non autorizzato in spazi non di competenza. Ancora una volta, un messaggio distorto contro uno strumento dello Stato entra nelle università, figlio di quel proselitismo che troppo spesso si è visto, anche nel corteo di sabato a Roma.

“A fronte di una messinscena mediatica che strumentalizza il corpo di Alfredo per i giochi interni alla politica istituzionale, instaurando un clima di terrore, l’occupazione dell’università dà corpo a un dibattito altrimenti solo fittizio e crea la possibilità fisica per tutta la città di Milano di incontrarsi, conoscersi e allargare il fronte della mobilitazione in vista del corteo di sabato 11″, si legge ancora. Il corteo di sabato 11 che viene promosso in questa occupazione vede al centro dell’organizzazione i centri sociali di Milano. Viene organizzato “contro il 41-bis, ergastolo e ogni prigione“, come si legge nei volantini che in questi giorni circolano sui gruppi più fagocitati.

Nel loro documento, gli occupanti della Statale aggiungono: “Accettare la tortura di Stato nei confronti di Alfredo Cospito e degli altri 782 detenuti reclusi nel regime di 41-bis, quindi chiudere gli occhi davanti a degli apici di disumanità di tale calibro e sfacciataggine, significa diventare ancora più ciechi e impotenti difronte agli attacchi repressivi che colpiscono sempre più lotte, restringendo lo spazio del dissenso e il campo di possibilità di una vita che valga la pena di essere vissuta insieme”. Contro il 41-bis in ogni sua forma, contro le carceri e contro l’ergastolo: una lotta che parte dagli ambienti mafiosi e trova megafono nei collettivi studenteschi, spesso manovrati da regie esterne agli ambienti universitari ma vicini ai centri sociali.

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