Amber Heard chiede l’annullamento del processo vinto da Johnny Depp. Il giudice la distrugge

Amber Heard non molla e va incontro all’ennesima batosta: chiede l’annullamento del processo vinto da Johnny Depp. L’attrice riparte alla carica. O meglio, in realtà non si è mai arresa e mai fermata: e così, dopo aver minacciato in controverse interviste tv appelli e contromosse, conferma di non voler mollare la presa. Anche di più: affida ai suoi legali l’onore – e l’ennesimo disonore? – di depositare in tribunale la richiesta di annullamento del processo che l’ha condannato per diffamazione, con tanto di stratosferico risarcimento del danno economico valutato in 15.000 milioni di dollari (poi ridotto a 8 milioni e 350.000 con la decurtazione di 2 milioni che l’ex marito dovrà sborsare a sua volta in favore della Heard, e l’adeguamento fiscale in linea con le leggi della Virginia, lo Stato in cui il processo si è svolto)…

Nel dettaglio, la condanna al risarcimento di 15 milioni di dollari che Amber Heard dovrà corrispondere a Depp prevede 10 milioni di dollari di risarcimento a cui si aggiungono 5 milioni di dollari per “punitive damages“, stabiliti dalla giuria per sanzionare ulteriormente la condotta bordelline dell’attrice che mentre accusa Deep, si lasciava in facili costumi. Secondo quanto prevede la legge della Virginia, però, i “punitive damages” vengono ridotti a 350.000 dollari. Questo significa che Depp otterrà poco più di 10 milioni di dollari. Ma stabilita la cifra esatta, l’attore del Pirata dei Caraibi ancora non ha visto un dollaro. E diventa sempre più chiaro che l’ex moglie, sentenza o no, non ha nessuna intenzione di sborsare un centesimo. Anche per questo, oltre al danno del verdetto contro, l’indomita attrice di Aquamen ostenta di non volersi arrendere.

E di proseguire ad andare dritta come un ariete contro il portone. E il parallelo non è del tutto arbitrario, perché ancora una volta, dopo la sgrugnata incassata e non ancora metabolizzata della sentenza di giugno, ci riprova. Non con l’appello vero e proprio, ma impugnando la sentenza di condanna e chiedendo l’annullamento del processo che l’ha preceduta. Così, con un memorandum di ben 42 pagine, l’attrice ha, infatti, chiesto il reset di quanto accaduto in Virginia in sei settimane di dibattimento. Prove rivelatesi schiaccianti contro di lei. Testimonianze a dichiarazioni finite alla berlina sui social.

Secondo i legali dell’attrice, e la stessa Amber Heard – che nel frattempo ha continuato a diffamare l’ex marito in interviste e dichiarazioni che hanno scatenato l’ira di social dei fans di Depp e degli appassionati della causa – la sentenza emessa non sarebbe supportata da prove sufficienti. Addirittura, scagliandosi contro giuria e giudice, i difensori della donna, e la stessa Amber appunto, hanno definito il verdetto “incoerente e discordante“, sostenendo che Depp non ha presentato alcuna prova che Heard non sia stata abusata. Di qui la richiesta di un nuovo processo.

Una richiesta che si inerpica, ancora una volta, su un terreno legale a dir poco impervio. Il rischio di rigetto dell’istanza è dietro l’angolo: il giudice ha già fatto capire che non è disposto a programmare più udienze per questo caso a cui ha dedicato 18 mesi del suo lavoro. Una diatriba su cui il 24 giugno ha depositato la sentenza definitiva del verbale. E a proposito della quale, senza inutili giri di parole, il giudice ha inoltre specificato all’avvocato della Heard che se avesse voluto appellarsi contro il verdetto della giuria avrebbe dovuto presentare mozioni al tribunale. E, prima di ogni cosa, versare quanto dovuto alla controparte. Un debito che la lega a un’obbligazione che potrebbe rappresentare al conditio sine qua non a procedere con ulteriori passi. Passi che, ancora una volta, appaiono avventati. Spregiudicati. E, soprattutto, delegittimati da quanto appurato e smascherato finora… Anche perché la Amber, secondo il Giudice, ha tentato a più riprese di nascondersi dietro un pregiudizio di Depp (l’alcolismo), per costruirsi finte ragioni pur di arrivare con spregiudicatezza ai suoi scopi.

Pubblicato da edizioni24

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