Alta tensione al Circo Massimo: la rabbia dei Ristoratori non si placa: “L’Italia ci ha lasciati in mutande”. Scontri con la Polizia

Ancora proteste di ristoratori ed esercenti a Roma. Al Circo Massimo e attimi di tensione con la polizia. Sono tornati in piazza per chiedere la riapertura delle attività chiuse per la pandemia di Covid-19. La manifestazione “Una volta, per tutti” al Circo Massimo è stata organizzata da più associazioni: Roma più bella, Ihn (Italian hospitality network), Tni Italia (Tutela nazionale imprese) e Lupe Roma.

I manifestanti sono giunti da diverse regioni mostrando cartelli con su scritto: “L’Italia a colori ci ha lasciati in mutande ma ora basta”, “Voi Correte e noi Fermi” e “Vogliamo solo lavorare”. Tra di loro ci sono rappresentanti delle lavanderie industriali, di chef e cuochi. C’è anche il movimento artisti italiani proveniente dalla Toscana. Ripetono “Lavoro, lavoro” e “Riapertura, riapertura”.

Durante il sit in ci sono stati alcuni attimi di tensione quando un gruppo di manifestanti ha lasciato il presidio per tentare di andare in corteo verso Palazzo Chigi. Ma la polizia li ha bloccati. A calmare gli animi anche un gruppo di manifestanti che ha ribadito di “non volere atti di violenza”. Subito dopo la situazione è tornata alla normalità. E una delegazione di cinque persone, sarà ricevuta a Palazzo Chigi dal sottosegretario Deborah Bergamini.

«Siamo un gruppo di ristoratori – dicono – non siamo un’associazione di categoria, non abbiamo un partito politico, siamo solo ristoratori arrabbiati che si sono uniti per cercare una soluzione, per cercare di farsi ascoltare. Lo Stato non ci sta ascoltando, ha solamente dato dei piccolissimi e inutili ristori a noi proprietari e una misera cassa integrazione ai nostri dipendenti che ormai non ce la fanno più. Si parla di poche centinaia di euro con cui le famiglie non possono andare avanti. Siamo in piazza oggi estenuati da mesi di chiusure, non possiamo più aspettare neanche più una settimana». Mentre un altro afferma: «È una manifestazione pacifica, non ci interessa tirare bombe carta o cose simili. Prendiamo le distanze da ciò che è avvenuto ieri».

Gli esercenti hanno manifestato in piazza in 21 città italiane, da Firenze a Napoli e Genova, in contemporanea con l’assemblea straordinaria della Fipe-Confcommercio convocata in piazza San Silvestro, a Roma. «Siamo qui per chiedere di poterci rialzare – afferma Alessandro Cavo, giovane esercente, collegato da Genova all’Ansa –. Chiediamo una data per iniziare a risollevarci, troppi colleghi sono caduti, troppo i ristori promessi che non sono arrivati».

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